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Precariato e quota 100, il lento svuotamento della sanità milanese. La denuncia della Fials

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Fials Milano: “Gli infermieri e gli Oss lombardi vanno valorizzati”
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“La regione finanzi il piano di assunzioni straordinario” è l’invito della Fials Milano area metropolitana

Nella sanità milanese aumenta sempre più il lavoro precario. La nota della Fials.

Dati alla mano si stima che circa un lavoratore su dieci è precario, mentre scende sempre più il numero di contratti a tempo indeterminato.

I dati parlano chiaro si stima che circa il 12 % dei dipendenti del comparto sanitario milanese non è stabile, numeri che negli ultimi anni hanno registrato un aumento, facendo finire l’Italia sotto esame dalla commissione Europea che a fine luglio ha aperto sulla questione una procedura d’infrazione.

La FIALS Milano area metropolitana lancia l’allarme sulla sanità che sembra essere destinata ad un esodo di personale già a partire da quest’anno, con l’introduzione dalla mensilità di agosto della quota 100. Dai dati in possesso dell’Inps le domande di pensionamento anticipate a decorrere da questo mese sarebbero sopra le 500 unità con gravi ripercussioni sui servizi del sistema sanitario milanese.

Sarà necessaria da settembre una verifica degli organici inerenti il turn over del personale sanitario milanese, al fine di valutare se il personale in servizio sarà in grado di garantire ai cittadini la continuità dei servizi.

Per la FIALS Milano area metropolitana è necessario che regione Lombardia finanzi un piano di assunzioni straordinario per contrastare la situazione in cui versano gli ospedali milanesi attualmente assistiamo ad una situazione di carenze di organico croniche in tutti i nosocomi, con carichi di lavoro maggiori e non più sostenibili per tutti gli operatori sanitari.

Rivendichiamo a gran voce maggiori assunzioni di personale in quanto è impensabile riversare su infermieri, operatori socio sanitari, personale tecnico e amministrativo le carenze del sistema sanitario milanese.

Qualora i nostri proclami non dovessero trovare ascolto ci vedremmo costretti ad azioni sindacali più incisive attraverso manifestazioni pubbliche con il coinvolgimento di organi di stampa e politica locale.

Redazione NurseTimes

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