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Pre-morte: siamo consapevoli di morire quando il cuore si ferma?

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Pre-morte: siamo consapevoli di morire quando il cuore si ferma?
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I pazienti che sopravvivono ad un arresto cardiaco (AC) riferiscono deficit cognitivi quali Disturbo da stress post-traumatico (PTSD). Non sarebbe ancora chiaro se questi sintomi possano essere correlati ad esperienze sensoriali e consapevolezza del proprio stato di morte imminente durante le manovre di rianimazione cardiopolmonare.
Nonostante i report aneddotici, l’ampio raggio delle esperienze cognitive e la consapevolezza associata alle manovre rianimatorie non sono state studiare sistematicamente.

METODOLOGIA

 

L’incidenza e la validità della consapevolezza insieme al range, caratteristiche e tematiche relative alle memorie/processi cognitivi percepiti durante l’AC sono stati investigati attraverso uno studio osservazionale multicentrico della durata di 4 anni utilizzando un sistema di interviste quantitative e qualitative suddiviso in tre diversi livelli.

 

 

La fattibilità del test oggettivo sull’accuratezza delle testimonianze riguardanti manifestazioni visive e uditive è stata esaminata utilizzando uno specifico esame.

 

 

I parametri di misurazione dell’outcome sono stati la consapevolezza/memorie durante l’AC e l’oggettiva verifica delle dichiarazioni di consapevolezza attraverso specifici strumenti.

 

RISULTATI

 

Dall’analisi di 2060 pazienti che hanno manifestato AC, 140 sopravvissuti hanno completato le interviste di livello 1, mentre 101 su 140 pazienti hanno terminato anche quelle di livello 2. Il 46% ha riferito memorie caratterizzate da 7 principali tematiche cognitive:

  • paura
  • animali/piante
  • luce chiara
  • violenza/persecuzione
  • deja-vu
  • ricordi famigliari
  • eventi accaduti poco dopo l’arresto cardiaco nel 9% dei casi
  • consapevolezza con riferimento esplicito alle manovre viste e alle frasi sentite nel corso della procedura di rianimazione cardiopolmonare.

Un paziente in particolare ha manifestato un periodo di coscienza durante il periodo nel quale nessuna funzione cerebrale sarebbe stata ipotizzabile.

 

CONCLUSIONI

 

I sopravvissuti ad un AC, comunemente riferiscono di aver vissuto esperienze cognitive riguardanti tematiche ad ampio raggio, con un 2% degli intervistati che ha manifestato piena consapevolezza. Ciò supporterebbe ulteriori studi che hanno ipotizzato come uno stato di “coscienza” potrebbe essere presente nonostante clinicamente la coscienza del paziente non sia ravvisabile.

 

Questo fatto, in aggiunta alle esperienze di paura, potrebbe contribuire allo sviluppo di PTSD Ed altri deficit cognitivi post AC.

 

Simone Gussoni

 

Fonte

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