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Pilates e oncologia: come star bene nella malattia

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Pilates e oncologia: come star bene nella malattia
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Proponiamo un interessante contributo di Lidia Pinto sui benefici di un esercizio fisico mirato.

In Italia si verificano sempre più casi di carcinomi mammari che comportano l’asportazione del seno e la sua ricostruzione. In questo viaggio lungo, stancante, devastante la donna si confronta con la sua malattia e altre sfere della vita, quali maternità, sensualità, femminilità, che mettono a dura prova lo stato psicofisico.

Donne che allo specchio vengono assalite da un senso di ansia e stress, si sentono private di una loro parte, si vedono incomplete e deturpate. Davanti alla propria immagine riflessa, guardano un corpo non loro: con  “quella cosa” nuova, “ quella cosa” diversa, finta che tendono a nascondere a sé e agli altri, assumendo un atteggiamento fisico (cifotico) e psichico (insicuro), poco propenso al miglioramento dell’aspettativa di vita, anche se scientificamente e statisticamente migliorato.

L’aspetto estetico è importante, ma non si nutre solo di cliché e di forma, bensì di essenza interiore. Basti pensare alle veneri dipinte nei secoli: non sono certo magre, eppure affascinano tutt’oggi. A volte gli aspetti culturali confondo. Ecco perchè bisogna imparare a essere amiche del proprio corpo che muta, ma senza giudicare né giudicarsi. Bisogna trattarsi bene attraverso una corretta alimentazione e attività fisica.

Più di 100 studi hanno infatti dimostrato che l’esercizio, soprattutto post-operatorio, è la parte più importante di tutto il percorso, in quanto incide sul recupero e miglioramento psicofisico. Un programma di allenamento adeguato aumenta l’aspettativa di vita, riduce il rischio di recidiva e rende il percorso più efficiente e tollerabile.

Le pazienti, dopo l’operazione, soffrono spesso di perdita di mobilità e capacità funzionale del braccio e della spalla colpita. Pertanto più precoce è il trattamento, più rapidamente si riacquista il movimento dell’arto, in modo da non perdere il raggio d’azione causato dal tessuto cicatriziale.

Le linee guida dell’American Cancer Society raccomandano di evitare l’inattività e di praticare almeno 150 minuti di attività fisica a settimana a sole 6 settimane dell’intervento (salvo controindicazioni). La chirurgia plastica crea limitazioni ancora più marcate, perché per la ricostruzione vengono utilizzati altri muscoli (retto e trasverso addominale e gran dorsale), con conseguente indebolimento del centro e forte predisposizione al mal di schiena.

Il pilates ristabilisce il disequilibrio e, attraverso il lavoro di rinforzo del muscolo trasverso dell’addome, ridona stabilità al tronco e svolge un’eccellente azione preventiva nei confronti del mal di schiena. Inoltre incrementa la propriocettività, spesso persa dopo l’intervento a causa di lesioni a muscoli e nervi. Va osservato, poi, che il livello di endorfine che si produce durante l’attività fisica ha un effetto benefico sulla salute generale della persona.

La varietà di esercizi a corpo libero o con macchine permette d’iniziare in modo leggero. L’uso di macchine ( confort pilates) quali Cadillac, Reformer Stability Chair o i Barrels, permette di iniziare in modo guidato, sicuro, corretto e dolce. I benefici che ne traggono spaziano dalla flessibilità alla forza muscolare, al metabolismo, al circolo linfatico e sanguigno alla respirazione. Il metodo pilates dà la possibilità di ripetere la medesima sequenza di azioni in molteplici modi, cosicchè la pratica non appaia mai noiosa e si mantengano alti i livelli di motivazione.

Il programma di esercizi, chiamato Pink Ribbon Program, migliora l’equilibrio e la coordinazione, favorisce la concentrazione e il relax. Utile anche per prevenire gli effetti collaterali delle terapie farmacologiche, quali l’osteoporosi, le artralgie e l’aumento di peso. Si articola in 4 punti cardine:

  • Ginnastica respiratoria – La chirurgia compromette frequentemente i muscoli del torace (gran pettorale, dentato anteriore), con conseguente rigidità della cassa toracica e difficoltà respiratorie. Attraverso la ginnastica respiratoria è possibile recuperare la funzionalità dei muscoli lesi e l’elasticità della cassa toracica, aiutando a sciogliere le aderenze e il tessuto cicatriziale. Inoltre la ginnastica respiratoria ha anche l’obiettivo di favorire il riflusso della linfa (drenaggio linfatico), prevenendo il linfedema, e quello non meno importante, di allontanare le tensioni e ridurre lo stress.
  • Mobilizzazione del cingolo scapolo omerale – Il suo obiettivo è il recupero dolce e graduale del movimento del braccio e della spalla.
  • Esercizi di condizionamento muscolare – Per incrementare la forza nel braccio affetto, del torace e della parete addominale, che subiscono un grosso indebolimento dopo interventi di ricostruzione con tecnica TRAM o DIEP.
  • Riprogrammazione posturale – Le donne che subiscono una mastectomia tendono a portare avanti le spalle e ad assumere un atteggiamento cifotico, causa di forti tensioni a livello toracico e cervicale. Il lavoro di riprogrammazione ha lo scopo di correggere questi atteggiamenti posturali sbagliati e, attraverso esercizi di allungamento, di alleviare le tensioni muscolari causa di dolore.

Tutto ciò aumenta la consapevolezza del proprio corpo. Seppur privo di una sua parte, il corpo è forte, vivo, in movimento. Il pilates è per tutte le donne che combattono ogni giorno, che vogliono urlare il loro diritto alla vita, che desiderano stare bene e tornare a sentirsi in armonia con il loro corpo, riappropriandosene. Dopotutto la vita non è aspettare che passi la tempesta, ma imparare a ballare sotto la pioggia.

Lidia Pinto

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