Riceviamo e pubblichiamo un comunicato a firma del segretario regionale Claudio Delli Carri.
La discussione in atto in Regione sulle linee di indirizzo per la contrattazione integrativa è a un punto di stallo. La posizione della Regione è del tutto inaccettabile e il braccio di ferro sulle prestazioni aggiuntive non farà che il male del sistema sanitario. Il Nursing Up, sindacato degli infermieri, sottolinea una volta per tutte che la priorità rimangono le assunzioni che l’assessore Saitta ha pubblicamente annunciato più volte, che gli hanno generato titoloni sui giornali, ma che fino a oggi non si sono viste. Le assunzioni vanno fatte subito!
Nel contempo, in attesa che il personale torni su numeri almeno accettabili, è imprescindibile dare seguito alle prestazioni aggiuntive per i lavoratori che, con grande coscienza, hanno sopperito per quasi un ventennio alla carenza cronica di personale del comparto sanità. Non è stringendo ancora una volta il cappio sul lavoro degli infermieri, spremuti, sottopagati e impiegati ben oltre i compiti che spetterebbero loro da contratto, che si farà efficienza in sanità e negli ospedali. La Regione non pensi di scaricare ancora una volta sulla spalle degli infermieri i costi della disorganizzazione che domina nella nostra regione.
Il riconoscimento delle prestazioni aggiuntive, subito, adesso, non è negoziabile. Altrimenti il sistema sanitario piemontese inizierà ad accorpare reparti e a chiudere altri posti letto, e come al solito, oltre agli infermieri a farne le spese saranno i pazienti! Questo, in sintesi, il pensiero di Claudio Delli Carri, segretario regionale de Nursing Up.
Commentando l’inaccettabile stagnazione della contrattazione in Regione, Delli Carri afferma: “È dal mese di novembre che siamo seduti al tavolo tecnico dell’assessorato alla Sanità della Regione Piemonte, dove stiamo definendo le linee di indirizzo per ciò che concerne le risorse aggiuntive regionali (incentivi) del personale del comparto sanità e le prestazioni aggiuntive per il personale delle professioni sanitarie e di supporto all’assistenza. Da allora siamo ancora in stallo. Il nostro interlocutore, l’assessorato alla Sanità, non può più prendere tempo, convocando tavoli tecnici a ripetizione (inconcludenti) e continuando a non assumersi le proprie responsabilità, a differenza di quanto fatto sinora dalle migliaia di professionisti del settore sanitario”.
Aggiunge il sindacalista: “Sappiamo molto bene che le prestazioni aggiuntive non sono la soluzione al problema della carenza di personale. Però rappresentano il giusto riconoscimento economico a tutti i professionisti sanitari e al personale di supporto che, per senso del dovere, ogni giorno rinunciano al loro legittimo riposo e garantiscono l’assistenza nei reparti, nelle sale operatorie, negli ambulatori, nel servizio emergenza territoriale 118, alle cure domiciliari, ecc. Assistenza di livello qualitativo e quantitativo molto elevato, di cui la Regione Piemonte e, nella fattispecie l’assessore alla Sanità, si fa vanto sulla stampa nazionale. Allora non dimentichi, l’assessore, che tanta eccellenza deriva proprio dal contributo di questi lavoratori, ai quali devono essere attribuiti anche meriti, e non solo doveri”.
Conclude Delli Carri: “Purtroppo la necessità di assumere professionisti titolati da parte delle aziende sanitarie pubbliche piemontesi si scontra con i limiti dei tetti di spesa del personale imposti dalla legge. La Regione può e deve intervenire, incrementando i tetti di spesa del personale, accelerando le tempistiche concorsuali, ma nell’immediato deve autorizzare le prestazioni aggiuntive. Le continue politiche di tagli non possono più proseguire. Le prestazioni aggiuntive vanno riconosciute subito. L’alternativa è attendere la paralisi e il collasso del sistema”.
Redazione Nurse Times
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