Per anni ha reso la vita impossibile a colui che riteneva responsabile del suo licenziamento.
Ha perseguitato per anni un medico e la sua famiglia, diventandone il peggior incubo. Tutto ciò fino sabato scorso, quando i carabinieri della stazione di San Marco in Lamis, unitamente a personale del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di San Giovanni Rotondo, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dell’ex infermiere Michele Coco, 52enne, residente a San Marco in Lamis.
L’uomo, incastrato al termine di un’articolata attività di indagine (consistita in numerose escussioni testimoniali e nella visione dei filmati delle telecamere di videosorveglianza), è ritenuto responsabile di atti persecutori e danneggiamento aggravato nei confronti di un noto medico del posto e dei suoi familiari. Una vera e propria persecuzione, che aveva gettato le vittime nel terrore e nello sconforto. La Procura della Repubblica di Foggia, sposando appieno le risultanze investigative dell’Arma, ha richiesto e ottenuto dal Gip il provvedimento cautelare più severo.
Coco ha anche precedenti per detenzione e fabbricazione di micidiali ordigni esplosivi. In passato, infatti, era stato trovato in possesso di bottiglie incendiarie, ma pure di numerose armi bianche di fabbricazione artigianale e di genere proibito. Nel 2017, inoltre, era già stato arrestato per aver dato alle fiamme numerose autovetture.
Impiegato come infermiere all’ospedale di San Severo fino al 2010, dopo il licenziamento ha messo in atto per anni danneggiamenti, aggressioni e atti persecutori nei confronti di colui che riteneva responsabile della perdita del posto di lavoro. L’episodio più grave risale proprio all’anno del licenziamento, quando aveva addirittura attentato alla vita del medico, venendo condannato nel marzo scorso a cinque anni di detenzione per tentato omicidio.
Nel dicembre scorso, poi, con l’approssimarsi della sentenza, aveva aggredito anche la moglie del medico, colpendola e ferendola con un grosso sasso. Dopo aver più volte minacciato di morte i coniugi, il 30 marzo scorso aveva danneggiato la loro autovettura. Non contento, il giorno della sentenza, come rivelato dai militari, aveva minacciato di morte la controparte nelle aule del tribunale. E il 2 febbraio scorso aveva danneggiato numerose autovetture, tutte appartenenti ad altri parenti della vittima, forandone gli pneumatici.
Ma non basta. Il 26 aprile, raggiunta l’abitazione della vittima, dopo aver nuovamente minacciato di morte la moglie, le aveva lanciato contro una mazza ferrata, cercando di colpirla. Coco, al termine delle operazioni di rito, è stato condotto presso il carcere di Foggia a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Randolfi Massimo
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