Lo ha eseguito l’equipe del professor Cillo, rinnovando una tradizione che si perpetua da anni.
Festa doppia all’Azienda ospedaliera universitaria di Padova, dove il giorno di Natale è coinciso col centesimo trapianto di fegato del 2018. A eseguirlo, l’equipe guidatadal professor Umberto Cillo, luminare della trapiantologia italiana. È stato lui stesso a darne notizia sui social, ricevendo in cambio centinaia di like e commenti entusiastici, in molti casi postati da chi in passato ha beneficiato dell’intervento chirurgico salvavita. Un fiume di riconoscenza che si ingrossa anno dopo anno, anche perché quella del trapianto natalizio rappresenta ormai una tradizione consolidata. Basti pensare che, sempre il 25 dicembre, l’ospedale padovano ha fatto registrare il novantesimo innesto epatico del 2016 e addirittura il centoseiesimo del 2017.
Bella storia di successi, cominciata nel 2004, quando nacque l’Unità operativa complessa di Chirurgia epatobiliare e dei trapianti epatici: una clinica autonoma, dedicata alla chirurgia del fegato e dei trapianti di alta specialità. Il suo obiettivo è il trattamento e la cura di malattie quali la cirrosi da epatite C, l’epatite B e alcoolica, la chirurgia dell’ipertensione portale. Il centro è anche un punto di riferimento per la chirurgia oncologica, giacché offre le più avanzate metodiche per il trattamento dei tumori del fegato, delle vie biliari e delle metastasi al fegato.
Ai vertici nazionali per varietà, complessità e numero di interventi effettuati, copre tutte le specialità di trapianti epatici: da donatore cadavere e da donatore vivente, trapianto di fegato pediatrico, trapianto di fegato parziale split (da un solo organo sono tratte due parti, una trapiantata su un adulto, l’altra su un bambino). Il reparto mette inoltre a disposizione dei suoi utenti un portale (www.fegatochirurgia.com) che funge da sportello per le informazioni sulle attività, le novità diagnostiche e terapeutiche, facilitando anche la comunicazione per prenotazioni e richieste da parte dei pazienti o dei loro curanti.
Redazione Nurse Times
Fonte: www.ilgazzettino.it
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