Padiglione 25 è un movie-docu project che nasce dall’idea di Claudia Demichelis, antropologa culturale e Massimiliano Carboni, regista, videomaker, iscritto all’ordine dei giornalisti, con l’intento di dar voce agli infermieri, gente che ha vissuto da vicino l’esperienza del cambiamento nei manicomi, a seguito dell’introduzione della legge 180 del 1978, meglio nota come legge Basaglia, sulla riorganizzazione dell’assistenza psichiatrica ospedaliera e territoriale. Padiglione 25 è in effetti un piccolo stralcio del profondo cambiamento che investiva l’Italia negli anni 70.
Siamo a Roma, istituto manicomiale Santa Maria della Pietà, estate 1975 ed un gruppo di infermieri decide di autogestire un padiglione dell’istituto, appunto il 25.
I pazienti vengono impiegati in piccole attività lavorative, percependo un compenso, la contenzione fisica e farmacologica viene eliminata ed è previsto il ricongiungimento familiare.
Testimonianze di questi cambiamenti emergono dalle interviste fatte proprio a quegli infermieri che vivevano con i pazienti. Proprio così, vivevano, come emerge dalla testimonianza di uno di loro che prendeva servizio alle 7 del mattino, dando il cambio al collega della notte, per poter tornare a casa la sera, e così ogni giorno, trovandosi a respirare quella stessa aria di fogna che respiravano i pazienti tanto da diventare “matto” come uno di loro.
Tutti percepivano di non sentirsi fino in fondo partecipi e complici di questo sistema contentivo e di mancato rispetto dei diritti umani, tanto da prendere la decisione di restituire a questi “matti” la loro dignità e umanità.
Questo progetto nasce proprio per dare una voce viva agli infermieri, quelle figure fondamentali del processo assistenziale, sempre tenute all’ombra, ma che sempre si impegnano per garantire il benessere dei pazienti, standoci ogni giorno a stretto contatto, vivendo con loro e con i familiari la malattia.
In questo senso l’avvio ad una nuova dimensione terapeutica doveva passare attraverso la distruzione della realtà manicomiale in quanto autoritario-gerarchico-repressivo-punitiva, per giungere a costituire un’istituzione dove la libera comunicazione fra malati, infermieri e medici avrebbe sostituito le mura e le sbarre, nell’azione di sostegno e di protezione per i malati. (da Le contraddizioni della comunità terapeutica, 1970, Franco Basaglia).
Siamo nel 2015, sono passati all’incirca 40 anni dall’introduzione della legge 180, i manicomi sono stati chiusi ma questo muro di comunicazione fra malati, infermieri e medici persiste. Il nostro impegno dev’essere quello di abbatterlo.
Alessia Schiavone
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