Ogni cittadino iscritto al Servizio sanitario nazionale (Ssn) ha diritto a un medico di medicina generale, chiamato anche medico di base o medico di famiglia. Talvolta questa figura di snodo cruciale tanto della salute del cittadino quanto del corretto andamento della macchina della sanità, non riesce ad essere incisivo abbastanza!
Giungono sonoramente e con parecchia rabbia le parole del responsabile del San Giovanni Bosco di Torino, secondo il quale i MMG “stanno delegando a noi il loro lavoro, l’80% di chi arriva qui non ha alcun bisogno di cure ospedaliere” facendo all’esplicito e ormai abitudinaria consuetudine di indirizzare presso i punti di primo intervento pazienti che invece andrebbero trattati in regime ambulatoriale dal medico di Base oppure addirittura da costui a domicilio!
Ne discerne una protesta univoca e sovente dei pronto soccorso: “Se siamo intasati è colpa dei medici di base”
Il medico di famiglia assicura le seguenti prestazioni:
- visita medica ambulatoriale e domiciliare
- prescrizione di farmaci, richieste di visite specialistiche e di accertamenti diagnostici sia strumentali che di laboratorio (attraverso la cosiddetta impegnativa o ricetta rossa)
- proposte di ricovero ospedaliero
- proposte di cure domiciliari alternative al ricovero
- rilascio gratuito dei seguenti certificati medici previsti dagli Accordi nazionali:
- certificati di riammissione a scuola
- certificazione di idoneità allo svolgimento di attività sportiva non agonistica solo in ambito scolastico
- certificati di malattia per i lavoratori.
Per quanto riguarda i certificati di malattia, dal 2011 con la nuova procedura, il medico, entro 24 ore dalla visita è tenuto ad inviare il certificato di malattia online direttamente all’INPS (anche se il lavoratore è iscritto a un altro ente previdenziale); il medico comunica inoltre al lavoratore il numero di protocollo del certificato trasmesso, che, il lavoratore, a sua volta, ove richiesto, è obbligato a comunicare al proprio datore di lavoro.
Il medico, inoltre, esegue gratuitamente le seguenti prestazioni:
- a discrezione, alcune prestazioni di particolare impegno professionale, ad esempio suture di ferite superficiali, rimozione di punti di sutura e medicazioni, vaccini desensibilizzanti, fleboclisi ecc.
- le visite ambulatoriali e domiciliari occasionali a persone affette da particolari patologie.
Secondo Franco Aprà, presidente regionale della Società italiana di medicina di emergenza urgenza e responsabile della gestione dei posti letto al San Giovanni Bosco “Se l’assistenza sul territorio funzionasse davvero, forse non saremmo arrivati a questa situazione ormai insostenibile in tutti i pronto soccorso della città”, riferendosi ai pronto soccorso della città di Torino, che non differisce di molto dalla situazione del resto d’Italia “L’affollamento cronico – accusa Aprà – è la cartina al tornasole del fallimento del servizio sanitario locale” .
All’impossibilità di far defluire pazienti verso reparti o posti di continuità assistenziale, a realtà di pronto soccorso piccole, vecchie e male organizzate, si aggiunge la drammatica carenza di personale. Nei dipartimenti d’urgenza il turnover è elevatissimo: “Senza incentivi, con stress alle stelle e carichi di lavoro eccessivi, in tanti chiedono il trasferimento ed è più complicato trovare stabilità se l’organico cambia di continuo”.
“Siamo anche stati penalizzati – continua il Aprà – dalla decisione di spostare, poco prima di Natale, un gran numero di infermieri al servizio di 118, professionalità che non si sostituiscono da un giorno all’altro”.
Il sovraffollamento dei pronto soccorso è un fenomeno all’attenzione dal nostro giornale da tempo, più volte affrontato nei vari articoli, che parlano di soluzioni alternative che se messe in campo sono in grado di attenuare una situazione così complessa:
- Il modello “See and Treat” da dove nasce, le ricadute sui processi assistenziali
- Sovraffollamento dei P.S..Le proposte del collegio Ipasvi spezzino
- La situazione dei pronto soccorso in Italia: ecco tutti i dati
- Pronto soccorso del San Camillo al collasso: quali soluzioni?
- Ponto Soccorso di Gardone Valtrompia (BS). Indagine sulla nuova organizzazione per intensità di cure
- Fast Track in decollo al “San Carlo” di Potenza
Giuseppe PAPAGNI
Michele CALABRESE
Sitografia e Bibliografia:
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