È accaduto al pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria della Pietà di Nola: in assenza di posti letto e di barelle, diversi pazienti sono stati assistiti dal personale sul pavimento. Il tutto è stato documentato dai parenti di alcuni ricoverati, che hanno postato le immagini sui social.
La Lorenzin invia gli ispettori.
“Una di quelle persone era in arresto cardiaco, ma che dovevamo fare senza letti né barelle, mandarla via? I medici hanno preferito fare la defibrillazione sul pavimento, pur di salvarle la vita come è accaduto”.
Sono state queste le prime parole di De Stefano, direttore sanitario dell’ospedale Santa Maria della Pietà di Nola, a seguito della bufera seguita alla denuncia sui social di alcuni parenti dei pazienti, che hanno fotografato i propri cari ‘ricoverati’ sui pavimenti del pronto soccorso nella giornata di sabato.
“Abbiamo preferito curare le persone a terra piuttosto che non dare loro assistenza. In ospedale abbiamo 15 barelle, 10 delle quali al pronto soccorso, e sabato ne abbiamo ‘sequestrate’ due alle autoambulanze per far fronte all’emergenza venutasi a creare”, ha continuato il direttore, non riuscendo però a gettare acqua sul fuoco. Ma è davvero questa la situazione degli ospedali italiani?
No, secondo De Stefano, che puntualizza come le immagini diffuse dai media “non hanno dato una bella immagine dell’ospedale”. E che in quel momento, ed in quelle condizioni, assistere i pazienti a terra era purtroppo “l’unica soluzione per far fronte all’emergenza”… “Qui arrivano persone dall’agro sarnese, dal vesuviano, dal nolano, dall’avellinese, dall’acerrano, per un’utenza di circa 300mila persone. Ma i medici fanno il loro dovere, e danno assistenza nel migliore dei modi possibili, considerando anche che l’ospedale ha 107 posti letto a disposizione, e ne sarebbero necessari, nella norma, almeno il doppio. Noi non ci scoraggiamo, e siamo sereni, siamo pronti a chiarire tutto quanto ci sarà chiesto di chiarire. Ripeto, quella di sabato è stata un’emergenza che definire eccezionale è poco”.
Le sue parole, però, non riescono ad alleviare la preoccupazione di cittadini e addetti ai lavori, che si ritrovano ad assistere, sempre più spesso, a spettacoli indegni come questo: “L’altra persona ritratta a terra era stata messa in posizione antisoffocamento perché era in preda al vomito”… “Si pensi che c’era anche l’emergenza acqua, ed avevamo allertato la prefettura per poter avere qualche autobotte, poi fornitaci dai vigili del fuoco”…
…ordinaria cronaca di un paese in rovina e dove non funziona quasi più niente? Sembra proprio che sia così.
Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, comunque, stamattina ha inviato i Carabinieri del NAS presso il nosocomio così da controllare la situazione e l’accaduto. Oggi non c’era nessun paziente sul pavimento, ringraziando Dio; ma gli utenti in attesa di una visita o di un eventuale ricovero, appollaiati speranzosi su sedie e barelle da diverse ore, erano davvero in tanti; a evidenziare come la situazione sia ancora su livelli sostanzialmente critici. Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha altresì avviato un’indagine interna per verificare i fatti e per fatti e per accertare le responsabilità.
“Speriamo di non arrivare al punto di sabato. il 118 è stato allertato, ma le autoambulanze continuano ad arrivare”, dichiara un medico in uscita dal pronto soccorso.
Non ci resta che confidare nella speranza, quindi. Che come si sa, fortunatamente, è l’ultima a morire.
Fonte: Repubblica
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