Home Regionali Calabria Ospedale di Cosenza, gli Infermieri denunciano “Veniamo aggrediti dai pazienti”
CalabriaNT NewsRegionali

Ospedale di Cosenza, gli Infermieri denunciano “Veniamo aggrediti dai pazienti”

Condividi
La legge di Stabilità & gli infermieri da assumere: la Silvestro che non c'è e la FNC che gongola
Condividi

Infermieri stanchi, demotivati e stressati, denunciano episodi che stanno entrando nella routine giornaliera, ovvero “Aggressione da parte dei pazienti”.

Dopo la denuncia del collegio Ipasvi della sesta provincia pugliese, Barletta Andria Trani (VEDI) si registrano ulteriori episodi di violenza presso l’Ospedale di Cosenza.

Secondo quanto denuncia il presidente del Collegio IPASVI di Cosenza, Dott. Fausto Sposato: “Le criticità del Pronto Soccorso di Cosenza sono evidenti e durano da tempo. Il primo fattore è un ricorso sconsiderato delle persone che si rivolgono al Pronto Soccorso anche per codici bianchi o verdi (dunque non gravi) che sono il 70% dell’utenza. Casi non gravi dunque, ma il cittadino si rivolge comunque all’Hub di Cosenza perché convinto che abbia tutti gli strumenti specialistici, sottovalutando di fatto gli altri presidi che di conseguenza sono vuoti o destinati a chiudere. Qui si vede il fallimento del modello Spoke e Hub troppo statico e non accompagnato da un sistema perché gli utenti non si ‘fidano’ degli ospedali cosiddetti “minori” e dunque si riversano al Pronto Soccorso di Cosenza convinti di ricevere maggiori risposte

Il modello Spoke e Hub, letteralmente “mozzo e raggi”, non è altro che un modello organizzativo che fa riferimento alla modalità di produzione e distribuzione dell’assistenza ospedaliera secondo il principio delle reti cliniche integrate che prevede la concentrazione della casistica più complessa, o che necessita di più complessi sistemi produttivi, in un numero di centri limitati, chiamati HUB, attraverso connessioni funzionali con quella dei centri ospedalieri periferici (SPOKE).

Lo stesso Sposato aggiunge che: “Medici, infermieri e operatori non hanno gli strumenti e i tempi per dare risposte, a volte anche verbali. Ecco perché in molti paesi europei si sta puntando molto sul concetto di alfabetizzazione sanitaria, ovvero spiegare agli utenti le dinamiche della sanità per coinvolgerli ed evitare situazioni incresciose. Oggi non ci si rende conto dello stress cui vengono sottoposti gli operatori che vengono aggrediti verbalmente e, molte volte, anche fisicamente. Per ovviare ai casi meno urgenti, la medicina territoriale “andrebbe riorganizzata puntando sull’assistenza territoriale”.

L’80% degli operatori sanitari soffrono della sindrome di burnout che è in pratica l’esito patologico di un processo stressogeno che interessa professionisti impegnati in attività che implicano le relazioni interpersonali. Si procede alla nomina di dirigenti ma, nonostante le linee guida regionali lo prevedano, non sono stati nominati i Dirigenti del Servizio delle professioni sanitarie e sociali. Sarebbe un passo importante verso la soluzione dei tanti problemi legati all’assistenza ed alla gestione delle risorse. Si parla spesso ed a sproposito di casi di malasanità, ma fino ad ora nessuno ha avuto il coraggio di dire che molti dei problemi non sono legati all’azione degli operatori sanitari, ma spesso riguardano i settori amministrativi, dirigenziali, di gestione, di servizi tecnici”.

Aggressioni, turni massacranti, continuamente demansionati, sottopagati, queste sono le caratteristiche che accomunano tutti gli infermieri italiani.

Inoltre è assurdo che ancora oggi, nel 2016, ci siano realtà dove non sia prevista la figura del dirigente infermieristico. Ci sono realtà dove non è il coordinatore a gestire la turnazione degli infermieri, ma lo stesso Dirigente medico.

Diciamo basta alle aggressioni che quotidianamente il personale sanitario riceve da familiari, parenti o pazienti. In ogni ambiente pubblico se ci si permette di offendere un impiegato si risponde di aggressione eppure negli Ospedali tutto è permesso. Seppure ci siano state sentenze dove gli infermieri aggrediti dovevano essere risarciti, la strada è ancora lunga.

Le aggressioni continuano ad essere, per rimanere in tema, “Attività di Vita Quotidiana”.

A Cura di

Gianluca Pucciarelli

 

Bibliografia

  1. ER-Salute. Le reti HUB & Spoke. Avaible su salute.regione.emilia-romagna.it
  1. Cassazione Civile. Sez. Lav., 03 agosto 2007, n. 17066 – Aggressione di una lavoratrice da parte di un ricoverato. Avaible su olympus.uniurb.it

Fonte

QuiCosenza. Infermieri sotto stress all’ospedale di Cosenza: “Veniamo aggrediti dai pazienti”. Avaible su www.quicosenza.it

 

Condividi

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli Correlati
Coronavirus, Gimbe: "Siamo entrati nella quarta ondata"
NT News

Manovra 2025: flat tax sugli straordinari degli infermieri e contributo per gli specializzandi non medici. Gimbe: “Soluzioni tampone”

Il commento di Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, sulle misure previste...

Indagine Nursing Up: "Il 60% degli infermieri lascerebbe il lavoro"
NT News

Aumenti da oltre 7.000 euro per ministri e sottosegretari: e gli stipendi di infermieri, oss e operatori sanitari?

Mentre l’Italia affronta una crisi economica che colpisce duramente milioni di cittadini,...

Campania, via libera al concorso unico regionale per l'assunzione di oss: bloccati gli altri bandi
ConcorsiLavoroNT News

Concorso oss in Campania, 1.274 posti disponibili: al via le domande

È ufficiale: il tanto atteso Concorso Unico Regionale per Operatori Socio Sanitari...