L’Ordine della provincia lombarda ha chiesto la rettifica di una notizia pubblicata da alcune testate giornalistiche.
È del 26 ottobre la notizia, pubblicata sul Giornale di Brescia e poi ripresa da altre testate giornalistiche, che vede coinvolto un operatore – vestito di bianco e con una felpa blu – nell’atto di giocare al computer invece di rispondere alle chiamate del pronto soccorso.
Si tratta di un operatore sociosanitario impiegato all’ospedale “Mellino Mellini” di Chiari, che i giornalisti, forse per rendere più appetibile la notizia, hanno erroneamente denominato “infermiere”. La notizia, che ha subito suscitato reazioni di sdegno sia tra i lavoratori della sanità che tra i cittadini, è stata correlata da un video nel quale si nota l’uomo seduto, di spalle, mentre non soltanto si trastulla con un videogioco, ma rifiuta una chiamata, schiacciando un tasto che permette di isolare il centralino.
L’Opi Brescia è intervenuto sulla vicenda, precisando che non è stato un infermiere a compiere il deprecabile atto, bensì un operatore sociosanitario, e chiedendo la rettifica della notizia (vedi allegato). Sul sito dell’Ordine si legge inoltre: “Accade ormai troppo spesso che i giornali, per rendere più appetibile la notizia, utilizzino in modo improprio la qualifica di infermiere per connotare altre figure che con questa nulla hanno a che fare”. Sottolineatura doverosa, poiché non è la prima volta che i giornalisti si rendono responsabili di promuovere la confusione di ruoli.
Questo fraintendimento è deleterio in primo luogo per i cittadini, che hanno il diritto di sapere a chi si stanno rivolgendo quando varcano la soglia di qualsiasi ospedale. La nota di Opi Brescia prosegue su questa strada, argomentando sulle differenze formative e di responsabilità in capo all’infermiere e all’operatore sociosanitario e rimarcando l’enorme danno di immagine che la diffusione di notizie fasulle arreca alla nostra categoria professionale.
Complimentandoci con Opi Brescia per l’intervento, ci auguriamo che questa richiesta di rettifica sia l’ultima e che i nostri Ordini non debbano più essere chiamato ad agire per proteggerci contro la diffusa disattenzione – vogliamo ipotizzare che di questo si tratti – dei giornalisti italiani.
Daniela Pasqua
ALLEGATO: Richiesta di rettifica Opi Brescia
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