L’uomo, colpito anche da radiodermite, è stato assistito nella difficile battaglia legale dal patronato Inca Cgil. Gli spetta un risarcimento a titolo di danno differenziale.
Ha contratto una patologia cutanea nota come radiodermite, quindi gli sono stati diagnosticati un tumore all’orecchio e alla pelle. E quando è andato in pensione, nel 2016, ha scoperto pure un linfoma con metastasi e un tumore mammario, che ha reso necessaria una mastectomia. Malattie professionali gravissime, quelle che hanno colpito G.M., tecnico di Radiologia che per 38 anni ha lavorato all’ospedale di Ortona (Chieti), praticamente senza protezioni.
La sua vicenda, grazie al patronato Inca Cgil di Chieti, è approdata in Tribunale a Chieti, che ha condannato la Asl Lanciano-Vasto-Chieti a risarcire l’uomo a titolo di danno differenziale. L’Azienda è stata infatti ritenuta responsabile per non aver adottato tutte le misure di sicurezza necessarie in relazione al tipo di attività lavorativa svolta, e dunque delle numerose malattie professionali contratte dall’ex tecnico proprio a causa dell’esposizione a rischio in ambiente lavorativo.
«Nonostante le patologie contratte non lasciassero dubbi, il caso è stato a lungo in bilico – dice Giuseppe Visco, direttore del patronato Inca Cgil –. Le patologie connesse alle attività di radiologo in ospedale erano il risultato dell’assoluta carenza o addirittura assenza di adeguate apparecchiature, azioni e condizioni atte a garantire salute e sicurezza durante il lavoro. Nemmeno le certificazioni sanitarie non lasciavano dubbi. Eppure il caso sembrava di difficile soluzione a favore del lavoratore. Negli anni Novanta le vecchie Usl erano state sostituite dalle Aziende sanitarie locali e la stessa documentazione appariva deficitaria per sostenere il contenzioso. Per raggiungere I’obiettivo siamo riusciti a coordinare i nostri migliori esperti medico-legali in materia di danno differenziale, ricostruendo la storia lavorativa, le condizioni di lavoro e le conseguenti patologie».
Visco ricorda che negli ultimi tre anni, ovvero da quando il patronato Inca Cgil di Chieti ha iniziato a svolgere l’attività di tutela del danno differenziale, «le somme recuperate in favore dei lavoratori ammontano a 545.302,52 euro e sono state ottenute attraverso cause legali e accordi in sede stragiudiziale, grazie al lavoro svolto da tutti i legali convenzionati con il patronato Inca Cgil e a conferma che tale attività rappresenta la nuova frontiera della tutela individuale, che qualifica l’attività del patronato e completa il processo di risarcimento del danno alla salute causato da inadeguate condizioni di lavoro».
Redazione Nurse Times
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