“Nel nostro ordine di Udine abbiamo 4200 iscritti, di cui oltre 500 hanno manifestato la loro disponibilità per 8 ore. Conti alla mano, con questi infermieri si riesce ad inoculare dai 12 ai 15 vaccini all’ora, corrispondente a 60.000 vaccini a settimana. Il punto dolente sta che, nonostante la disponibilità, non ci chiamano a vaccinare” ha detto il Presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Udine, Stefano Giglio.
La figura del professionista infermiere nella campagna vaccinale contro il Covid-19, contestano gli Opi, non sempre è richiesta.”
“Fra Pordenone ed Udine – spiga il presidente del coordinamento degli OPI del FVG, nonché presidente OPI di Pordenone, Luciano Clarizia – abbiamo circa 800 infermieri pronti per le vaccinazioni che non sono mai stati contattati, sebbene gli elenchi siano in possesso delle varie aziende sanitarie. Come presidente della Federazione OPI FVG mi chiedo: se siamo in emergenza sanitaria ed ho una così grande disponibilità di infermieri specialisti capaci, non solo di inoculare il vaccino, ma anche di intervenire in caso di shock con adrenalina, defibrillatore ecc., perché non ci chiamano, perché dare spazio ad altre figure mentre noi veniamo lasciati in disparte?”.
Sono queste le domande, sollevate dei vari Opi provinciali, considerato che le forniture dei vaccini sono diventate via via sempre più costanti.
“Come presidente del coordinamento regionale Opi FVG – conclude Clarizia – chiedo ai vertici regionali di informare tutti gli enti pubblici e/o privati, che sono poli vaccinali, che presso gli ordini delle professioni infermieristiche si possono richiedere l’elenco degli infermieri esperti che hanno dato la loro disponibilità alla campagna vaccinale sia come vaccinatori sia come diluitori degli stessi vaccini. Con il supporto di tutti gli infermieri disponibili, secondo noi, si riuscirà a raggiungere l’immunità sociale (di gregge) in brevissimo tempo dicendo definitivamente stop al COVID”.
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Fonte: quotidianosanita.it (Endrius Salvalaggio)
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