Un nuovo capitolo della lotta al posto fisso che coinvolge decine di migliaia di Infermieri italiani ha avuto luogo a Parma
Oltre 5.000 infermieri si sono candidati per 1 posto messo a disposizione dall’Ausl di Parma.
“Come chi una volta andava in giro con le valigie di cartone, per noi infermieri oggi è così. Il lavoro c’è se sei disposto a girare l’Italia, a fare tre mesi in un posto, quattro in un altro. La stabilità la può garantire solo il concorso pubblico”.
Il miraggio del posto fisso ha spinto migliaia di giovani infermieri ad intraprendere un viaggio della speranza e presentarsi presso il Palacassa di Parma. All’appello hanno risposto soprattutto neolaureati dalla Puglia e dalla Sicilia, regioni “dove spesso si viene sfruttati e non ci sono possibilità di assunzione”.
“Il fatto di partecipare a un concorso con cinquemila persone ti fa capire l’entità della difficoltà di trovare lavoro. Meglio comunque provare sempre”, in questo modo cerca di farsi coraggio un ragazzo che da due anni colleziona solo contratti a tempo determinato.
“Ormai ho perso il conto delle prove che ho sostenuto – racconta un’altra infermiera – Nell’ultimo anno e mezzo si è scatenato l’inferno, ci sono stati concorsi ovunque, di ogni tipo. Segno che l’esigenza di personale nelle strutture pubbliche c’è, ma non capiamo il motivo per cui non sbloccano le graduatorie”.
“Siamo stanchi della precarietà in sanità, così cerchiamo di sistemarci”, racconta un professionista che da dodici anni lavora a saltuariamente nelle corsie della sanità romana, assunto con contratti della durata di pochi mesi.
Ma c’è anche chi venderebbe il proprio contratto in una struttura sanitaria privata per un posto pubblico da infermiere: “L’eliminazione dell’articolo 18 ci ha rovinati. Siamo diventati troppo vulnerabili al licenziamento anche per ragioni aleatorie”.
Simone Gussoni
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