Una collega appena laureata, che pubblica speranzosa annunci di lavoro. Per poi deprimersi di fronte a una delle tante offerte terribili cui sono soggetti quotidianamente gli infermieri italiani
Non è passato molto dal nostro ultimo articolo (VEDI), che voleva denunciare le aberrazioni che si verificano quotidianamente nell’assistenza territoriale. Eppure le segnalazioni continuano ad arrivarci da tutto il Paese. Sembra proprio che, nella vita reale, i cittadini abbiano le idee piuttosto confuse sulla figura infermieristica. I motivi sono tanti e vanno dal bombardamento disinformante dei media al demansionamento, talmente radicato nei nostri ospedali (e non solo) da essere ormai considerato normale dai nostri utenti (e non solo).
Non molto tempo fa il Censis, con la sua ricerca Il mercato delle prestazioni infermieristiche private e l’intermediazione tra domanda e offerta (VEDI), aveva spiegato come gli infermieri godano di una elevata stima da parte degli italiani (l’84,7% dei cittadini avrebbe dichiarato di fidarsi di loro). Dati molto importanti e interessanti, certo.
Ma… qualcuno si è mai chiesto cosa davvero i cittadini si aspettano dagli infermieri? Lo sanno, le persone interpellate dal sondaggio, quali sono le nostre reali responsabilità e competenze? In base a cosa si dichiarano soddisfatte? Queste domande sono assolutamente naturali quando ci si trova, ad esempio, di fronte a determinate proposte di lavoro. Come quella ricevuta recentemente dalla collega Marta, fresca di laurea, a seguito di un suo annuncio postato nel web:
“Ciao, Marta, ti contatto per l’annuncio infermiera. Saresti disposta a lavorare 24h/24h? Per assistere una signora malata di sla? Durante il giorno ti occuperai della casa e collaborerai con un team di infermieri che dalle 8 della mattina alle 20 di sera si occupano di lei, poi rimarrai sola con lei la notte. Ci occorre una persona competente per qualsiasi urgenza notturna”.
Un intero team di infermieri disposto a lavorare 24 ore su 24, che di giorno si occupa della paziente e della casa (…) e di notte le vegliano (entrambe). Si potrà dire: Va be’, dai, state esagerando, la nostra denominazione è soggetta a ‘confusioni’ di questo tipo, cercano chiaramente una badante e si sono confusi.
Eh, no… EH, NO! Perché lo specificano chiaramente: “Ci occorre una persona competente per qualsiasi urgenza notturna”. Quindi cercano un’infermiera preparata, ma disposta a fare tutto, da sguattera e da badante (con tutto il rispetto). Per chissà quale “contratto” e quale lauto compenso, poi…
Abbiamo sollecitato la collega a segnalare l’accaduto, con tanto di nomi, cognomi e aziende implicate (che non ci ha fornito), al proprio Ordine professionale. E speriamo vivamente che lo faccia. Anche se, cari Ordini, vi consiglio di prendere in considerazione l’idea di dare una bella controllatina alla realtà dell’assistenza domiciliare. Una giungla fuori controllo dove, tra aziende appaltate, cooperative, associazioni, false partite Iva e tante altre allegre formule al limite della follia, gli infermieri sono costretti, sotto ricatto continuo, a fare davvero di tutto per non perdere il posto.
Alessio Biondino
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