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O.d.M. dell’Emilia Romagna “No ad ambulanze con soli infermieri”. Risposta del coordinamento Ipasvi E.R.

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Bologna: docente infermiere e la lezione un po' fuori le righe sulla rianimazione. Ma è calato il silenzio su un possibile procedimento disciplinare
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L’ordine dei medici dell’Emilia Romagna scende in campo: “NO ad ambulanze con soli infermieri. Serve Chiarezza”. Attraverso una lettera scritta ed indirizzata alla Fnomceo, Regione, Ministero e Parlamento, l’Ordine dei medici chiede chiarezza.   “Non si può supplire a carenza di medici attribuendo al personale infermieristico compiti di diagnosi, prescrizione e somministrazione di terapie”.

Tutto nasce lo scorso marzo 2016, quando l’Ordine dei Medici di Bologna sospese 4 medici a seguito della stesura di protocolli operativi che avrebbero consentito al personale infermieristico, presso il 118, di svolgere compiti di diagnosi, prescrizione e somministrazione di terapie (vedi Nurse Times, Gaia Pomar).

Successivamente la Regione Emilia Romagna si espose difendendo i medici sospesi, bloccando i loro provvedimenti, e blindando la sospensione attraverso una legge ad hoc, che prevede l’impiego di infermieri a bordo delle ambulanze anche senza la presenza di un medico (Vedi Gaia Pomar, Nurse Times, Ultimissime novità 118 di Bologna).

Sembrava che tutto fosse finito, ma evidentemente ci sbagliavamo. L’ordine dei medici dell’Emilia Romagna, compatti contro le linee guida, sono scesi in campo, scrivendo una lettera (Prot. N° 34_2016_AP_mcd del 26 luglio 2016) alle massime cariche politiche, la Fnomceo, la Regione, Ministero e Parlamento. Diverse le obiezioni fatte dall’Ordine.

Perplessità e timori da parte dei medici inerenti una organizzazione della assistenza sanitaria che preveda l’attuazione di percorsi di diagnosi e cura assegnati attraverso validazione di “taluni protocolli”.  (Vedi Quotidiano Sanità).

I punti cardini della lettera che i medici evidenziano sono:

  1. Denominazione dei mezzi di soccorso: Secondo l’Ordine dei medici, le ambulanze senza medico a bordo non possono essere chiamate “Mezzi di soccorso avanzato”.
  2. Effettiva possibilità di contatto tra l’infermiere che sta assistendo un paziente critico ed il medico: secondo l’Ordine dei medici questo non è sempre possibile, soprattutto se il medico è impegnato a soccorrere un altro “caso critico”
  3. discrezionalità delle decisioni presente negli algoritmi infermieristici: Secondo l’Ordine La sequenza di azioni prevista dagli algoritmi si basa su individuazione di segni e sintomi ben precisi e non dovrebbe lasciare spazio decisionale autonomo all’infermiere.
  4. Secondo l’ordine dei medici valutare segni e sintomi rappresenta una competenza medica, non delegabile all’infermiere.

E allora io chiedo: “Scusate ma al Pronto soccorso il triage chi lo fa? L’Infermiere o il medico?

Rincara la dose il Presidente dell’Omceo, Augusto Pagani, il quale afferma: “Abbiamo apprezzato il tentativo della Regione di uniformare le regole ma rimarchiamo come non si deve però legittimare la predisposizione di procedure operative che autorizzino l’infermiere ad eseguire manovre salvavita in un contesto che non rispetta i parametri previsti dalle vigenti leggi (Regolamento standard ospedalieri) per l’organizzazione della rete di Emergenza Territoriale”.

Non si fa attendere la risposta del coordinamento regionale dei Collegi IPASVI dell’Emilia Romagna. Con la lettera pubblicata (vedi Nota), i Collegi dell’E.R.:

  1. Occorre ricordare che molti tra i più conosciuti medici italiani a livello internazionale dell’area dell’ emergenza e dell’anestesia rianimazione assieme a 5.000 altri professionisti e comuni cittadini hanno firmato un documento di solidarietà ai medici che erano strati sospesi dall’OMCEO di Bologna per aver firmato i protocolli infermieristici, nel quale si legge ͞Il divieto di utilizzo da parte degli infermieri di strategie terapeutiche salva-vita codificate da linee guida internazionali, avallate da precise e protocollate prescrizioni mediche, in pazienti in imminente pericolo di vita, rappresenterebbe un passo indietro di decenni per l’Emergenza nazionale
  1. “La somministrazione precoce di farmaci salva-vita è prevista per pazienti con sindromi acute ed evolutive, in casi e con metodologie predefinite, quali l’abuso di oppiacei, l’ipoglicemia grave o le sindromi coronariche acute che non possono certamente essere garantite dai soli medici in quel rapporto di 1 a 60.000 abitanti previsto dalla norma o nelle aree più periferiche (e più lontane) dei nostri territori. Stesso discorso vale per l’effettuazione di particolari manovre salva-vita in sede di primo intervento, in particolare per la gestione dei pazienti in arresto cardiaco”
  1. “La posizione della Federazione Regionale dei Medici rispetto al tema del dolore, poi, appare davvero sconsiderata……. Gli interventi previsti dai protocolli, scritti e concordati con i medici dell’emergenza responsabili delle Centrali Operative 118 e con un nutrito gruppo di esperti che sanno bene quali siano le reali esigenze del servizio, garantiscono secondo evidenze codificate un intervento assolutamente rispettoso di tre parametri chiave: la rapidità dell’intervento, la stabilizzazione dell’assistito, la possibilità di prevedere in tempi ristrettissimi l’iter degli interventi successivi, necessari a garantire la salute e spesso anche la sua vita”
  1. “L’occupazione di nuovi medici, poi, potrebbe avvenire esclusivamente con l’afflusso di Medici di Emergenza Territoriale (MET) che, utile sottolinearlo, dopo un percorso di studi esclusivamente teorico di 6 anni (il tirocinio per Medicina e Chirurgia è osservazionale) e un anno di praticantato prima dell’esame di stato (che potrebbe essere svolto in contesti del tutto difformi dell’ emergenza come gli studi dei medici di medicina generale), affrontano un percorso formativo teorico – pratico di ben 3 mesi. Emergency is not time to learn.”

Questa battaglia burocratica è l’esempio palese di quanto siamo arretrati rispetto agli altri Paesi. L’infermiere prescrittore, l’infermiere professionista autonomo sono parole che hanno un significato al di fuori dai nostri confini, ma che sembra un “bel miraggio” in questo deserto “sociale”.

#noisiamopronti

A cura di

Gianluca Pucciarelli

 

Bibliografia

  1. Gaia Pomar. Ultimissime novità 118 di Bologna: la Regione blinda i medici sospesi e sconfessa l’Odm. Nurse Times. Avaible su www.nursetimes.org
  2. Gaia Pomar. Protocolli infermieristici, 118 Bologna: sospeso il Direttore e altri 2 medici. Nurse Times. Avaible su www.nursetimes.org
  3. Ordine dei medici dell’Emilia Romagna. Lettera di osservazione in merito linee guida 118. Avaible su www.quotidianosanita.it
  4. QuotidianoSanità. Ambulanze con soli infermieri. Ordini dei medici dell’Emilia Romagna compatti contro linee guida: “Non rispettano leggi nazionali. No a diagnosi e cura a infermieri. Fare chiarezza”. Avaible su www.quotidianosanita.it
  5. Ipasvi Bologna. Emergenza territoriale 118. Il Comunicato Stampa dei Collegi IPASVI ER. Avaible su www.ipasvibo.it
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