Tra le richieste del sindacato: categoria E per tutti i professionisti sanitari, ES e posto di ruolo per gli specialisti, intramoenia e indennità di esclusività.
“Il contratto è lo strumento attraverso il quale gli infermieri e le altre professioni sanitarie non mediche ex lege 42 possono finalmente ottenere il riconoscimento, sia economico, sia giuridico, della loro elevata qualificazione professionale. Le nostre richieste di avanzamento si muovono partendo dall’attuale struttura contrattuale, ma i tempi sono ormai maturi per l’introduzione di un ordinamento contrattuale analogo a quello dei dirigenti medici. Riteniamo che oggi ci siano tutte le condizioni per farlo. E in ogni caso il nuovo contratto, indipendentemente dalla struttura che la commissione paritetica deciderà di attribuirgli, dovrà dare conto del doveroso passaggio in posizione sovraordinata di tutti gli infermieri e degli altri professionisti sanitari che ne hanno titolo, affinché si operi una completa revisione sotto il profilo ordinamentale e remunerativo di tali qualifiche per lungo tempo sottostimate”. Lo sottolinea Antonio De Palma (foto), presidente Nursing Up, lanciando la proposta di riscrivere il contratto degli infermieri italiani.
Due nuove categorie contrattuali, la E e la F, oppure un archetipo contrattuale analogo a quello della dirigenza medica: i professionisti sanitari sono pronti a discutere su un fronte o sull’altro, purché si riconosca loro l’evoluzione legislativa degli ultimi decenni. È questa, in sintesi, la proposta di Nursing Up in sede Aran, dove oggi proseguono i lavori della Commissione paritetica sull’ordinamento professionale prevista dall’articolo 12 del Ccnl 21.5.2018 e composta dai sindacati firmatari del contratto, dalle Regioni e dalla stessa Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni. Il sindacato di categoria anticipa la sua proposta su come dovrà essere inquadrato il professionista sanitario del nuovo millennio, figura chiave del comparto sanità, investita negli ultimi decenni da nuove competenze e pesanti responsabilità nell’ambito di un processo inarrestabile di continua innovazione, sempre in linea con gli standard internazionali di alta qualità dell’assistenza al cittadino.
“Ora si tratta di disciplinare i vari ambiti di appartenenza delle professioni sanitarie e finalmente riconoscere il ruolo che hanno conquistato con competenza ed abnegazione – spiega De Palma –. Sarebbe inaccettabile continuare a non farlo. Dopo vent’anni di duro lavoro, è arrivato il momento per gli infermieri di raccogliere i frutti della lunga marcia, che li ha resi veri e propri protagonisti del Sistema sanitario nazionale”.
A seguire, in sintesi, le richieste degli infermieri su alcuni aspetti contrattuali da modificare al più presto, affinché la categoria, caratterizzata da un’elevata professionalità, ma sottoposta a turni massacranti h24 e 7 giorni su 7, possa sentirsi legittimata a proseguire in serenità a operare. Nursing Up chiede:
- Il passaggio alla categoria E per tutti gli infermieri e per i professionisti sanitari afferenti ai profili sanitari ex lege 42/1999.
- La libera professione.
- Le indennità di esclusività.
- L’introduzione, regolamentazione e retribuzione dell’Istituto delle Consulenze.
- Le progressioni di carriera per le funzioni esperte, con incarichi strutturati nei ruoli organici delle aziende ed indennità professionale specifica non riassorbibile.
- La categoria ES per gli specialisti, con incarichi strutturati nei ruoli organici delle aziende.
- La categoria F per i coordinatori e con previsione di competenze sovraordinate.
- La revisione delle indennità e dell’ordinamento degli incarichi organizzativi delineati dal Ccnl 23 maggio 2018
- Il riconoscimento della competenza acquisita sul campo dagli infermieri e dagli altri professionisti ex lege 42/1999 con le seguenti modalità alternative: a) il diritto di ogni professionista, dopo il quinto anno di servizio senza demerito, di ottenere un tributo alla particolare competenza acquisita, attraverso una indennità di competenza professionale specifica, di tipo fisso e ricorrente, integrata annualmente in sede di contrattazione decentrata; b) il riconoscimento, analogamente a quanto già accade per i medici, di una indennità di specificità sanitaria pari a € 400 mensili, strumento attraverso il quale si dà atto e si valorizzano le profonde differenze delle professioni sanitarie rispetto agli altri dipendenti della pubblica amministrazione.
- La revisione completa delle indennità contrattuali delle professioni sanitarie oggi esistenti, che sono ferme al secolo scorso (ad es. l’indennità notturna viene pagata € 2,74 lorde l’ora), con omogeneizzazione rispetto al trattamento economico dei dirigenti sanitari.
- Il riconoscimento contrattuale dei professionisti che si occupano di formazione, sia nel comparto, sia come dirigenti, con riconoscimento contrattuale e stabilizzazione di coloro che si trovano da anni assegnati presso le Università con ruoli di didattica, tutoraggio e direzione.
Redazione Nurse Times
Lascia un commento