«Lo ribadiamo senza mezzi termini: Sbaglia chi dovesse pensare che scarsa sinergia e sintonia da parte del datore di lavoro, assenza di un concreto confronto dialettico sulle proposte sindacali, ed un atteggiamento molto rigido per trattare argomenti tanto complessi, possano essere la strada giusta per arrivare ai risultati di cui la sanità italiana ha bisogno come il pane».
ROMA 7 OTT 2021 – Monito del Nursing Up all’Aran: vediamo serio il pericolo del profilarsi di un muro contro muro tra il sindacato, che lotta per i diritti degli infermieri e le altre professioni sanitarie, e le aziende pubbliche rappresentate dall’ARAN stessa. Una ipotesi che potrebbe rivelarsi pericolosa e soprattutto controproducente.
La pubblica amministrazione, attraverso l’ARAN ha di fatto, almeno sino ad oggi, dato pochissimo riscontro alle richieste più importanti di parte sindacale. Certo qualche timida risposta è arrivata, ma si tratta di poca cosa, perché quei timidi riscontri favorevoli non si confrontano nemmeno lontanamente con l’ampio ventaglio di modifiche ed integrazioni che, invece, sono necessari per valorizzare concretamente il sistema salute, gli infermieri, ed il resto del personale delle professioni sanitarie che ne costituiscono la delicata essenza.
Che negoziato è quello che si profila? Per quale ragione ci troviamo solo alle prime battute e già viene detto di no alle richieste legittime di parte sindacale, senza nemmeno degnarsi di dare conto delle decisioni assunte? Chi ha intenzione di voltare le spalle a chi ogni giorno combatte per la salute dei cittadini italiani?
Abbiamo stigmatizzato proprio questo all’ARAN, ed abbiamo anche sottolineato che non siamo disposti ad accettare di trovarci di fronte ad una posizione di rigida ed ostinata chiusura da parte delle Pubbliche Amministrazioni.
Insomma, per come la vediamo noi, a fronte delle tante richieste di modifica ed integrazione avanzate dai sindacati in queste prime tornate di trattativa, l’ARAN ha dato riscontro positivo solo su una parte molto piccola, quasi di dettaglio.
Certo non è ancora il caso di entrare a gamba tesa nel merito di una trattativa che, come ben si comprende, si profila complessa ed articolata, anche perché saranno proprio i prossimi incontri a darci il polso della situazione, e soprattutto dovrebbero farci capire se esistono realmente i presupposti per un confronto franco ed equilibrato.
Quello che tuttavia è certo, è che siamo determinati a lavorare per un negoziato che conduca a riscontri “tangibili” verso chi ogni giorno, da ultimo durante la corrente pandemia, ha speso il proprio impegno, anche a discapito della personale incolumità, per tutelare la salute dei cittadini. Anche per questo, Nursing Up ha sottolineato la propria ferma determinazione ed il sacrosanto diritto di portare avanti azioni di denuncia propedeutica, se mai fosse necessario, al fine di mettere al corrente l’opinione pubblica su quali siano le condizioni che si prospettano all’interno di un contratto decisivo per la nostra realtà sanitaria.
Insomma, Nursing Up ha stigmatizzato le proprie ragioni, ed ascoltato con molto interesse quelle dell’ARAN. La parola passa ora ai fatti: sbaglia chi dovesse pensare che scarsa sinergia e sintonia da parte del datore di lavoro, assenza di un concreto confronto dialettico sulle proposte sindacali, ed un atteggiamento molto rigido per trattare argomenti tanto complessi, possano essere la strada giusta per arrivare ai risultati di cui la sanità italiana ha oggi bisogno come il pane.
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