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Nursing Up – Assurdo mandare infermieri nelle Rsa: attivare prestazioni aggiuntive a 50 €

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Molte aziende sanitarie del Piemonte, a quanto ci è stato segnalato, hanno a inviare durante il regolare orario di lavoro alcuni infermieri a svolgere attività nelle Rsa.

Si tratta di una impostazione sbagliata da parte delle aziende, le quali dovrebbero invece adottare una manifestazione di interesse per scegliere gli infermieri da inviare nelle Rsa, spiegando la natura dell’incarico che verrà svolto, che va scelto su base volontaria e non coercitiva, facendo ricorso alle prestazioni aggiuntive e assolutamente non durante il normale orario di lavoro.

Il Nursing Up, sindacato degli Infermieri e delle professioni sanitarie, denuncia questa palese violazione del contratto da parte di alcune aziende sanitarie del Piemonte e invoca un intervento della Regione per emanare una direttiva, indirizzata a tutte le aziende, nell’ottica di attivare le prestazioni aggiuntive a 50 euro l’ora facendo scegliere su base volontaria, agli stessi infermieri, messi a conoscenza dell’incarico da svolgere, se partecipare o no alla chiamata.

Il Nursig Up sottolinea, inoltre, la necessità immediata di attivare per tutte le aziende sanitarie le prestazioni aggiuntive a 50 euro l’ora, con decorrenza retroattiva a partire dal loro effettivo utilizzo in relazione all’emergenza Covid, convocando il prima possibile le parti sociali, visto che alcune aziende vi hanno già fatto ricorso per coprire i turni nella difficile situazione attuale, ma applicando tariffe orarie vecchie di 20 anni e assolutamente non più accettabili.

Il Segretario Regionale del Piemonte del Nursing Up, Claudio Delli Carri spiega: “Sta di nuovo accadendo ciò che avevamo già segnalato mesi fa, durante la prima emergenza di marzo. Ci risulta che le aziende messe sotto pressione inviino gli infermieri nelle Rsa sfruttando le ore in cui i lavoratori sono regolarmente in servizio.

Un fatto che non è accettabile e che contrasta palesemente con il contratto di lavoro. È necessario intervenire subito. Va redatta una sorta di manifestazione d’interesse, in cui specificare la struttura in cui sarà necessario andare, quale sia il compito che verrà affidato, quale sia il grado di pericolosità in cui si opererà, da sottoporre agli infermieri i quali liberamente e non in modo coercitivo potranno scegliere di aderire o meno a tale proposta con l’utilizzo delle prestazioni aggiuntive. Prestazioni che vanno pagate almeno a 50 euro l’ora. Non si può derogare da questa prassi, l’alternativa è esporsi a situazioni che palesemente violano il contratto nazionale di lavoro, con le eventuali conseguenze del caso.

Più in generale – continua Delli Carri -, la Regione deve convocare subito i sindacati firmatari del contratto, come andiamo dicendo da giorni, per l’accordo che faccia partire da subito la retribuzione a 50 euro l’ora delle prestazioni aggiuntive, visto che molte aziende le hanno già utilizzate con compensi orari vecchi di vent’anni, per far fronte alla carenza di personale.

Se è un problema di risorse, sarà sufficiente dare seguito all’indicazione pervenuta dalla Conferenza Stato Regioni che ha indicato la possibilità di ribaltare per queste prestazioni aggiuntive in regime di emergenza Covid, i fondi che erano stato disposti per le prestazioni aggiuntive destinate all’eliminazione delle liste d’attesa.

La Regione deve essere veloce, deve agire subito. Ripeto, lo andiamo dicendo da giorni: non si può fare finta di nulla e non si può attendere oltre.

E si badi bene, non va assolutamente dimenticato che questa è e rimane una soluzione tampone, temporanea e non risolutiva. Infatti, l’unica vera soluzione che possa portare stabilità al sistema sanitario, sanando le enormi carenze di personale, sono le assunzioni con contratti a largo respiro, sia di infermieri, sia di professionisti della sanità, sia di Oss, sia di personale amministrativo.

Assunzioni che vanno programmate e messe in atto senza attendere oltre”

Nursing Up Piemonte, Claudio Delli Carri

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