Una nuova diatriba tra Asl ed il sindacato Nursind sta emergendo. La problematica principale sarebbe legata al servizio mensa aziendale.
Alcune sezioni piemontesi del sindacato di categoria starebbero regolarmente segnalando la situazione riguardante la qualità del cibo degli ospedali Maria Vittoria e Amedeo di Savoia.
«Gli operatori sanitari di turno sono costretti a mangiare ciò che avanza dalla distribuzione del pasto dei degenti prima che questo sia smaltito come rifiuto solido urbano: una realtà da terzo mondo in una delle più importanti aziende sanitarie del Piemonte, in barba a tutti i diritti dei lavoratori».
È solo l’esordio, decisamente speziato, di un attacco articolato. «Allo stato attuale l’azienda non garantisce l’attività della mensa né nelle ore serali né nei giorni festivi, pranzo compreso – insistono il segretario aziendale di Nursind, Francesco Digirolamo, e quello regionale Francesco Coppolella.
Tutti gli operatori sanitari, costretti a turni da “contingenti minimi”, o quelli impegnati in sala operatoria e in altre attività, non possono usufruire del pasto. Per compensare a questa carenza, l’Azienda ha provato a fornire il pasto ai propri dipendenti direttamente nei reparti con un risultato disastroso e inutilizzabile».
Solo pochi fortunati, secondo il Nursind, avrebbero la fortuna di poter usufruire della “Smart card”, da utilizzare in alcuni esercizi convenzionati.
Ma per l’Asl di tratterebbe di una delle tante bufale che si sentono in giro. «Nessun dipendente deve mangiare gli avanzi dei degenti! Il sindacato presenta un quadro della situazione non veritiero – replicano da via San Secondo -. Dal primo dicembre una nuova ditta è subentrata nell’appalto della mensa, con conseguenti inevitabili, piccoli inconvenienti legati alla nuova organizzazione del servizio».
La direzione ospedaliera avrebbe motivato alcune difficoltà di gestione nella mensa come conseguenza del cambio di fornitore dei servizi di ristorazione, lo stesso di cui usufruiscono anche i ricoverati.
«Attualmente è prevista una soluzione alternativa per i dipendenti che non possono lasciare il servizio, la fornitura di smart card», conclude la replica. Alla prossima.
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