Il coordinatore del sindacato, Fabrizio Anedda, sottolinea la “necessità di implementazione del personale e sul riconoscimento salariale per tutti gli operatori che sono stati coinvolti nell’emergenza pandemica”. Ed esprime soddisfazione per l’iniziativa del gruppo Pd, che ha portato in Consiglio regionale la discussione sul tema.
“Dopo la manifestazione di fine maggio a Cagliari da parte di tutte le rappresentanze regionali del Nursind, finalmente qualche forza politica ha deciso di portare il caso dei professionisti della sanità, infermieri e oss in Consiglio regionale sulla necessità di implementazione del personale e sul riconoscimento salariale per tutti gli operatori che sono stati coinvolti nell’emergenza pandemica. La categoria è allo stremo ed è stata sottoposta negli anni a tagli di risorse di ogni genere. Siamo contenti che finalmente una delle forze politiche del Consiglio regionale, ovvero il gruppo del Pd, abbia portato in aula la discussione sul tema”. Così, in una nota, Fabrizio Anedda, coordinatore di Nursind Sardegna.
“Nell’interrogazione consiliare rivolta al presidente della Regione e all’assessore della Sanità – prosegue Anedda – si legge infatti ciò che il nostro sindacato, e non solo, ha sempre chiesto, ovvero di attivare con urgenza interventi per il potenziamento del personale con soluzioni strutturali e con l’inserimento di operatori sanitari, infermieri, oss e medici specialistici a tempo indeterminato, a partire dall’utilizzo delle graduatorie in vigore, e di procedere per la stabilizzazione del personale precario, l’integrazione dei dipendenti che hanno cessato l’attività per raggiunti limiti di età o comunque collocati in pensionamento, la mobilità del personale, la stabilità sulla dotazione dei dpi, la necessità di incentivare la vaccinazione degli operatori”.
E ancora: “Nonostante ripetute richieste, segnalazioni e pre-intese, la maggior parte delle Uo aziendali che hanno svolto e svolgono attività di cura contro il Covid-19, NON sono state individuate come Uo di terapia infettiva e/o sub-intensiva meritevoli del relativo incentivo previsto dai Ccnl. Malgrado questo, nessun lavoratore ha mai creato disagio, promuovendo scioperi, in una situazione sanitaria delicatissima”. Nell’interrogazione si legge anche che “permangano le criticità legate alla mancata istituzione di mense per il personale sanitario, né venga riconosciuto il diritto ai buoni pasto”.
Conclude Anedda: “Si riscontra, da parte della Regione Sardegna il mancato riconoscimento non solo morale ma economico che tutela anche la dignità professionale dei lavoratori. E si ritiene dunque necessario e urgente valorizzare lo straordinario impegno degli operatori sanitari, avendo presente che rappresentano il pilastro fondamentale del sistema sanitario. Si interrogano per questo motivo il presidente della Regione e l’assessore regionale all’Igiene e sanità e all’assistenza sociale per conoscere: se siano stati valutati e disposti i provvedimenti per il soddisfacimento dei bisogni del comparto; se ritengano ragionevole concordare con il ministero un aumento dei posti nei corsi di laurea in Scienze infermieristiche attivati negli atenei dell’isola; se siano state individuate e a quanto ammontino le risorse previste dalle varie misure governative e quelle regionali necessarie ad assegnare un riconoscimento economico agli operatori sanitari coinvolti a vario titolo nell’emergenza epidemiologica da Covid-19; se non ritengano necessario attivare le procedure per retribuire i festivi infrasettimanali, secondo quanto previsto dall’articolo 29, comma 6, del Ccnl 2016/2018, relativo al personale del comparto sanità; se non si reputi che la contrattazione decentrata nelle aziende sanitarie debba tenere in debito conto delle somme di previste nel summenzionato accordo integrativo”.
Redazione Nurse Times
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