La segreteria territoriale del sindacato infermieristico chiede il rispetto delle sentenze che sanciscono questo diritto per chi supera le sei ore lavorative.
La giurisprudenza in tema di buoni pasto parla chiaro: si tratta di un diritto sacrosanto per gli operatori sanitari che superano le sei ore di lavorative. Eppure l’Asp Messina continua a negare questo diritto. Lo riferisce la segreteria territoriale del Nursind, spiegando come il commissario straordinario dell’Azienda, Dino Alagna, per risolvere la questione, abbia proposto ai sindacati di trovare le risorse necessarie rimodulando i turni, ossia portando la notte a dodici ore e la mattina e il pomeriggio a sei ore, in modo da pagare buoni solo al turno notturno.
“Un baratto inaccettabile – tuona Ivan Alonge, segretario di Nursind Messina -. In primo luogo chiediamo di comprendere perché l’amministrazione si sia ridotta quasi alla fine del proprio mandato per convocare i sindacati, allo scopo verosimilmente di sanare le numerose criticità relative alle molteplici condanne giudiziarie, provocando un danno erariale non indifferente”.
E ancora: “Nursind Messina è stato il primo sindacato a iniziare il recupero degli arretrati dei buoni pasto in tutta la provincia di Messina. Il dibattito tra i vari sindacati si fa lungo, ma fortunatamente ci troviamo tutti d’accordo sul fatto che i buoni pasto vanno erogati a tutti i lavoratori che superano le sei ore di lavoro. Precisiamo che siamo in questa situazione di disagio a causa di accordi siglati dai sindacati confederali nell’anno 2000. Riteniamo inaccettabile barattare i buoni pasto con le nuove assunzioni per carenza di fondi economici”.
Redazione Nurse Times
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