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Nuove linee guida sulla gestione dell’emicrania

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L’emicrania è una malattia neurovascolare cronica caratterizzata da disfunzione del sistema nervoso centrale e periferico e dei vasi intracranici

Le Cefalee, in generale, sono patologie molto comuni, che influenzano negativamente la qualità della vita e la cui diffusione ha subito un notevole incremento soprattutto negli ultimi anni.

Probabilmente, questo aumento è anche dovuto a una maggior presenza di sostanze inquinanti e a uno stile di vita che è divenuto sempre più “stressante”.

Uno studio pubblicato nell’aprile 2006 rileva che in Europa il 51% della popolazione soffre di cefalea; mentre il 14% sono i soggetti con emicrania e il 4% quelli che lamentano cefalea cronica.

Tra le cefalee primarie, lemicrania è una forma assai frequente.

L’Emicrania provoca mal di testa acuti che durano da 4 ore a 3 giorni se non trattato.

La maggior parte delle persone con emicrania è in grado di curare gli attacchi a casa, tuttavia questo trattamento non sempre ha successo.

Inoltre, quando il trattamento iniziale per via orale fallisce, anche i successivi tentativi rischiano di avere la stessa sorte.

Le esacerbazioni acute di emicrania episodica e cronica causano dolore grave e invalidante che spesso si traduce in visite mediche presso i pronto soccorso; diminuita produttività al lavoro o a scuola e ostacolo alle normali attività quotidiane.

L’emicrania ha un impatto negativo sulla qualità complessiva della vita ed è associata a comorbidità psichiatriche e mediche.

Ogni anno negli Stati Uniti il mal di testa causa 2,1 milioni di visite nei dipartimenti di emergenza; l’emicrania e altri aspetti medici correlati comportano costi per più di 13 miliardi di dollari a causa della perdita di produttività.

Nonostante il mal di testa sia una causa comune di presentazione in pronto soccorso, l’approccio dei medici di emergenza non è univoco.

Si usano infatti agenti parenterali diversi, talvolta anche in sequenza o in associazione:

  • gli agonisti dei recettori per la 5-idrossitriptamina (i triptani);
  • i neurolettici;
  • gli antagonisti dei recettori della dopamina (fenotiazine, metoclopramide);
  • i derivati della segale cornuta (la diidroergotamina);
  • i FANS;
  • i cortisonici;
  • gli oppioidi.

Un nuovo documento scientifico della statunitense Agency for Healthcare Research and Quality (AHRQ) fornisce una sintesi comparativa sull’efficacia degli interventi farmacologici parenterali per la gestione del mal di testa acuto negli adulti che si presentano al pronto soccorso.

Nel complesso, sono riportate diverse importanti conclusioni.

Molti agenti sembrano essere efficaci nel trattamento dell’emicrania rispetto al placebo. Confronti diretti suggeriscono prove limitate sulla maggiore efficacia del droperidolo rispetto alla proclorperazina.

Secondo confronti indiretti di studi statistici, la monoterapia con neurolettici e la diidroergotamina in combinazione con metoclopramide o neurolettici sembrano essere le opzioni più efficaci per il sollievo del dolore.

Alcuni trattamenti offrono prove sufficienti per l’uso continuato (lidocaina, valproato di sodio).

I corticosteroidi prevengono efficacemente le recidive, specialmente nei pazienti con mal di testa prolungati.

La lista di effetti avversi, tra cui l’acatisia, è ampia e la scelta della migliore strategia per il trattamento deve tenerne conto.

 

CALABRESE Michele

Fonte:

www.effectivehealthcare.ahrq.gov

prontosoccorso.eumed.org

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