I neolaureati percepiranno uno stipendio iniziale di 54mila dollari, pari a circa 30mila euro.
È bastata una sola giornata di sciopero, lo scorso 12 luglio, con la partecipazione di 30mila infermieri: il Governo neozelandese e le rappresentanze delle associazioni sindacali (NZNO, New Zealand Nurses Organisation) hanno raggiunto, nella giornata di martedì, uno storico accordo per il rinnovo del contratto collettivo di categoria.
L’intesa vedrà incrementi stipendiali compresi tra il 12.5 e il 16% di qui all’estate 2019, più il versamento di una somma una tantum di 2mila dollari neozelandesi, entro la fine dell’anno. Ulteriori elementi chiave della contrattazione sono stati gli investimenti per 38 milioni nella formazione di 500 nuovi infermieri e la definizione di un accordo per stabilire adeguati livelli organici nelle strutture ospedaliere, noto come Care Capacity Demand Management (CCDM).
In base a quest’ultimo, i manager saranno tenuti a elaborare i turni di lavoro basandosi su articolati software, in grado di determinare un appropriato numero di professionisti in servizio, un corretto skill mix e una successione di turni capace di soddisfare tanto le esigenze del personale quanto quelle dei pazienti.
La nuova e ultima bozza di rinnovo, che conclude oltre un anno di estenuanti negoziazioni, segnate anche da violenti attacchi sui social media alle dirigenze sindacali, è stata approvata a larghissima maggioranza dagli iscritti alle organizzazioni ed è ora in fase di implementazione. Grazie a essa un infermiere neolaureato in Nuova Zelanda guadagnerà uno stipendio iniziale di 54mila dollari, pari a circa 30mila euro.
Enorme soddisfazione è stata espressa sia dal Governo che dai sindacati, i quali, comunque, proseguiranno ora la lotta per garantire gli stessi incrementi anche agli infermieri impiegati nelle cure primarie e agli anziani (aged care), non coperti dall’accordo.
È infine da sottolineare che, per la prima volta nella storia neozelandese, un contratto collettivo pubblico nel settore della sanità prevede l’espresso riconoscimento della pay equity, ovvero di condizioni contrattuali identiche per uomini e donne. Una vittoria importante per un Paese dove la categoria infermieristica è costituita, con schiacciante prevalenza, da forza lavoro femminile.
Luigi D’Onofrio
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