La vicenda risale a otto anni fa. Alla professionista era stata contestata l’accusa di omicidio colposo.
Maria Muggianu, 60 anni, infermiera caposala dell’ospedale San Francesco di Nuoro non avrebbe alcuna responsabilità per la morte del carabiniere in congedo Paolo Giuliano, 67 anni, affetto da diverse patologie e caduto rovinosamente in corsia durante un esame radiologico. Un dramma risalente a otto anni fa, per il quale l’accusa aveva formulato l’imputazione di omicidio colposo, contestando alla professionista l’omessione di specifiche disposizioni per l’accompagnamento del ricoverato nel laboratorio dove avrebbe dovuto compiere l’esame.
Il giudice Giacomo Ferrando ha ritenuto la professionista non colpevole “per non aver commesso il fatto”, confermando la tesi della difesa, secondo cui Muggianu avrebbe sempre tenuto un comportamento corretto nelle fasi dell’accompagnamento di Giuliano al laboratorio di Radiologia. Proprio durante l’esame il paziente era caduto, sbattendo la testa, per poi morire il giorno dopo.
Secondo la pubblica accusa, comunque, la posizione di garanzia nei confronti del paziente non poteva ipotizzarsi esclusivamente sulla caposala. Dopo aver esaminato gli obblighi e il ruolo dell’imputata, il pm ha quindi ripercorso le fasi principali del giudizio, rimarcando che ad avanzare la richiesta di visita radiologica era stato il primario, e non l’infermiera, che non avrebbe potuto accorgersi di un eventuale errore dei colleghi del reparto dove l’uomo era stato portato.
In base alla scala di Conley, il giorno dell’incidente il rischio di caduta era considerato pari a 5 (medio), tant’è che il paziente era stato trasportato da un piano all’altro dell’ospedale su una sedia a rotelle. Il tecnico di Radiologia aveva fatto eseguire l’esame in posizione eretta, e proprio nel corso di quel controllo l’uomo, che aveva insistito per rivestirsi da solo, era caduto. prima della discussione i famigliari di Giuliano hanno revocato la costituzione di parte civile. Ora la vicenda èprocessuale è giunta al termine con la sentenza di assoluzione per la caposala.
Redazione Nurse Times
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