Centinaia di cittadini denunciano a gran voce gravissimi disagi e ritardi conseguenti all’istituzione del Numero Unico per l’Emergenza 112
Un operatore telefonico dovrebbe smistare rapidamente la richiesta di soccorso al reparto competente. Vigili del Fuoco, Polizia o la centrale operativa 118 dovrebbero essere attivate tempestivamente evitando che gli utenti potessero confondersi tra i molti numeri utilizzati in passato (ma ancora funzionanti).
Alcuni episodi, nei quali sarebbe stato necessario un intervento tempestivo, si sono trasformati in tragedia.
L’ultimo caso è quello di Gianfranco Ruggiu, 63enne morto lunedì in ospedale. Dai tabulati telefonici è emerso come i parenti dell’uomo abbiano tentato per ben 8 volte in 25 minuti di chiamare il NUE senza riuscire ad allertare l’ambulanza. Alla fine i parenti decisero di trasportare l’uomo, ormai in fin di vita, con la propria auto.
Per cinque volte, risulta dalla denuncia, si sarebbe attivato dal numero unico d’emergenza (112) il disco fisso “rimanga in attesa“.
Durante le ultime tre telefonate, effettuate da tre persone diverse, avrebbe risposto (sempre dopo la solita voce registrata) un operatore del Nue. Il Centralinista avrebbe poi deviato la chiamata al 118, dando vita a nuovi problemi. Le stesse domande vengono ripetute più volte da ogni interlocutore e qualora dovesse cadere la linea sarebbe necessario iniziare nuovamente l’intera trafila.
Un operatore del 112 si difende:
“Nel caso Ruggiu, abbiamo passato subito la chiamata al 118 ma abbiamo atteso più di dieci minuti. Il problema non siamo noi – precisa l’uomo – bisogna andare a vedere come funzionano le altre centrali, soprattutto del 118. Sicuramente sono meno di noi. E se al 118 sono in pochi, i tempi di attesa e di intervento si allungano. Capita poi che cada la linea dopo che rispondiamo. In quel caso ritelefoniamo, perché possiamo localizzare la chiamata. Ma se la telefonata si interrompe quando le centrali di secondo livello hanno già risposto, sono loro a dover richiamare”.
Ma questo non accade mai, o quasi. Molti utenti hanno riportato le stesse problematiche. Chiamando il NUE troppo spesso capita che possa cadere la linea durante i vari passaggi.
“L’utente ci fornisce nome e luogo e noi ci mettiamo una decina di secondi per smistare la telefonata – continua a spiegare il dipendente del 112 – il problema è il passaggio con le centrali di secondo livello, vigili del fuoco, forze dell’ordine e soprattutto il 118. In questo caso possiamo aspettare anche più di cinque minuti“.
Ma i problemi esisterebbe anche all’interno del NUE 112: “Dovremmo essere 130 ma siamo meno di 90 con turni da 12 a 15 persone di 8,30 ore consecutive e una pausa di 15 minuti ogni due ore. E di notte capita pure che siamo in 7 o 8. Non c’è un attimo di tregua, occorre sangue freddo e molti hanno rinunciato. Facciamo il miglior lavoro possibile“.
È di pochi giorni fa il caso riguardante i Vigili del Fuoco di Torino che, in oltre 50 interventi, sarebbero stati allertati con gravi ritardi.
Il 28 luglio un bambino caduto in un pozzo è morto annegato a causa dei gravissimi ritardi. La centrale NUE avrebbe infatti comunicato la situazione alla caserma oltre 20 minuti dopo la ricezione della chiamata. Gli stessi Vigili del Fuoco hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica dopo l’accaduto.
La richiesta che appare unanime è quella di creare una sala interforze che conosca e rispetti i protocolli già stipulati con operatori che siano in grado di attribuire rapidamente e correttamente le chiamate di soccorso.
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