La pena, emessa dalla Corte di Cassazione, è rispettivamente di sei mesi con la condizionale e di quattro mesi senza la sospensione per omissione di atti di ufficio in concorso .
Grazia Giola, infermiera con oltre 23 anni di esperienza, e Anna Bizzarri, operatrice socio-sanitaria 60enne, secondo l’accusa, si sarebbero disinteressate di una paziente in condizioni critiche che presentava vomito incoercibile e che non era in grado di suonare il campanello per chiedere aiuto. La donna avrebbe riferito la notte d’inferno al marito che ha immediatamente denunciato quanto accaduto alle Forze dell’Ordine.
Le operatrici hanno percorso ogni grado di giudizio, facendo ricorso in Cassazione ma alla fine hanno perso. L’impugnazione dell’avvocato Roberto Cavani è stato respinta. La Suprema Corte ha condannato le due ricorrenti a pagare 2.000 euro alla cassa delle ammende. In aggiunta dovranno pagare le spese sostenute dalla parte civile, rappresentata dall’avvocato Letizia Giovannetti. L’azienda ospedaliera dovrà invece risarcire la famiglia a livello civilistico.
La vicenda risale al giugno 2008. La paziente, una pensionata della Valdera, era ricoverata all’ospedale Santa Chiara per un patologia intestinale. Le accuse originate dall’esposto presentato dal marito della donna presso il posto fisso di Polizia dell’ospedale, sono state confermate nei tre gradi di giudizio.
“Grazia Giola quale infermiera e Anna Bizzarri quale operatrice socio sanitaria, durante il servizio di turno notturno nell’ospedale presso il quale svolgevano la loro attività lavorativa, avevano indebitamente omesso di seguire le condizioni di salute della paziente afflitta da ripetuti episodi di vomito, di prestare assistenza alla medesima e di informare della situazione i medici e il personale infermieristico subentrante, pur trattandosi di atti da compiersi senza ritardo per ragioni di igiene e sanità, e con la conseguenza di far versare la persona ricoverata in pessime condizioni igieniche”.
Tale trascuratezza nel seguire la paziente, sarebbe stata confermata anche dalle operatrici del mattino che, al cambio turno, riscontrarono numerose tracce di vomito sulle lenzuola. La Cassazione ha pertanto sposato in pieno la tesi della Corte d’Appello respingendo quella delle due operatrici dell’azienda ospedaliera:
“Le due imputate, pur essendo pienamente consapevoli della situazione in cui versava la persona offesa, hanno omesso di verificare le condizioni di questa nel corso della notte. In particolare Grazia Giola, disinteressandosi completamente della paziente dopo aver posizionato sulla stessa il telo intorno alle 22, e Anna Bizzarri anche omettendo di provvedere al lavaggio della paziente nonostante l’accesso effettuato alle 6 del mattino per controllare la temperatura corporea della degente”.
Simone Gussoni
Fonte: Il Tirreno
Lascia un commento