“Buongiorno, finalmente mi sveglio e resto a casa, è domenica! Il timore che il telefono possa squillare resta, ma finora tace, e va bene così. Riflettendo su ciò che è stato il vissuto di ieri e ciò che sarà nei prossimi giorni mi dà i brividi”. Inizia così il post Facebook di Annamaria Ieva, infermiera dell’ospedale di Andria.
“Ieri, dopo 12 ore di fila di lavoro, tra lo svolgimento del lavoro ordinario e l’esecuzione straordinaria di tamponi covid, ho lasciato l’ospedale che sembrava una scena di un film. Ambulanze in entrata a sirene spiegate, operatori in attesa in tute da astronauta, operatori in corsa con barelle e pazienti con respiratori, gente in fila in attesa di visita al pronto soccorso. Gente in lacrime per parenti ormai dichiarati morti.
“E poi, e poi volevo solo tornare a casa.
“Percorro quindi la via che finalmente mi condurrà tra le mie mura domestiche e tra l’incredulità e lo sgomento cosa vedo? Vedo una via, via Regina Margherita in tutta la sua lunghezza, piena di gente tranquillamente a passeggio, che magari sta anche, anzi sicuramente, “chiacchierando” su come sta dilagando il virus. Si, chiacchierando, perché di questo siamo capaci, di chiacchierare. Parlottare.
“Sembrava un sabato qualunque. Nell’indifferenza totale di chi sta soffrendo, di chi sta lottando per la vita, di chi non vive la sua per dedicarsi a salvare quella degli altri. È davvero una vergogna.
“Vergogniamoci per ciò che siamo o che forse siamo diventati.
“I social ci hanno avvicinati, nel senso che in pochi secondi riusciamo a comunicare col mondo intero ma è anche vero che ci siamo ridotti ad essere dei corpi sterili con menti vaganti. Non abbiamo il senso del dovere, del rispetto, della convivenza sociale. Siamo pronti a puntare il dito su chi o cosa, ma mai a puntare il dito su noi stessi e chiederci se abbiamo agito per il bene comune e se abbiamo rispettato le regole.
“Scusate lo sfogo ma anche noi abbiamo il diritto di parola, non di parlottare.
“Buona domenica a tutti e permettetemi un abbraccio speciale e fortissimo a tutti i colleghi della rianimazione, del pronto soccorso e della radiologia che sono davvero straordinari.
“Non chiamateci eroi, noi siamo così. Sempre”
Fonte: andrialive.it
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