Rilanciamo un approfondimento sul tema a cura di SaluteLab.
Alla palpazione di un nodulo al testicolo il primo pensiero che insorge è la possibile presenza di un tumore. E in effetti un nodulo indolore da un solo lato è il sintomo più frequente.
Senza dilungarsi in trattazioni, bisogna subito dire che il primo segno di un tumore al testicolo è la presenza di un nodulo duro alla palpazione, ma non dolente, che aumenta di volume, causa gonfiore e senso di pesantezza al testicolo. Non di rado, un tipico dolore acuto.
Nonostante il tumore al testicolo sia molto diffuso tra i giovani (tra i 15 e i 40 anni con una sopravvivenza del 91% a cinque anni dalla diagnosi), si parla anche di:
1) Seminomi (25-55 anni), tumore ai testicoli di origine maligna che origina dalle cellule germinali (ovvero che originano dagli spermatozoi).
2) Non seminomi (15-35 anni), costituiti da diversi sottotipi di cellule tumorali.
Per prevenire il tumore al testicolo è importante l’autopalpazione, considerato che non esistono programmi di prevenzione. Durante quest’autovalutazione è necessario fare attenzione alla dimensione e all’aspetto dei testicoli. Come fare?
Come consigliato dall’Airc, “Ogni testicolo andrebbe esaminato facendolo ruotare tra pollice e indice alla ricerca di noduli anomali, che dovrebbero essere immediatamente fatti esaminare dal medico“. Insomma, una manovra che andrebbe insegnata soprattutto ai più giovani.
In caso della presenza di un nodulo sospetto, per fare diagnosi lo specialista effettuerà un’ecografia testicolare o un ecocolordoppler per differenziare la presenza di un tumore con la presenza di una cisti. Sì, non bisogna allarmarsi immediatamente – e torniamo alla domanda principale –, perché quello che può sembrare un nodulo potrebbe anche essere una cisti.
Per procedere con cura e con un maggior riguardo alla complessità clinica, ci si sottoporrà al dosaggio di alcuni marcatori, cioè sostanze presenti nel sangue prodotte dalle cellule tumorali o indotte dalla presenza del tumore. Tali marcatori sono l’alfa-feto proteina (αFP), la beta-HCG (βHCG) e la latticodeidrogenasi (LDH). In caso di sospetta positività, si procede all’intervento chirurgico.
Redazione Nurse Times
Fonte: SaluteLab
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