I piccoli pazienti ricoverati nella Terapia Intensiva Neonatale si sono trasformati in veri e propri supereroi in occasione del carnevale.
I bimbi hanno assunto le sembianze dei più famosi personaggi dei cartoni animati quali Superman, Batman, Capitan America, Wonder Woman e ancora quelle di animaletti come l’ape o la coccinella.
Questo perché per chi si prende cura di loro, i bambini prematuri sono dei veri e propri supereroi. Venerdì sarà organizzata una grande festa durante la quale i genitori troveranno i loro figlioletti già vestiti per l’occasione.
Anche in un reparto così delicato è possibile festeggiare il Carnevale ambrosiano. Anche i minuscoli degenti, nonostante il loro peso inferiore al chilo, indosseranno degli splendidi costumi.
La Tin del Niguarda, dotata di sette posti letto di terapia intensiva e venti di subintensiva, assiste 350 neonati ricoverati l’anno provenienti da Milano, dalla Lombardia e da fuori regione, con un tasso di sopravvivenza del 90,9% e nel 67,2% dei casi senza disabilità.
Sono percentuali alte, anche rapportate alle medie della Von (Vermont Oxford Network), una rete che si occupa di migliorare qualità e sicurezza dei reparti per i prematuri creata negli Usa nel 1990, cui oggi aderiscono circa mille centri nel mondo: la sopravvivenza è all’85,7% a livello globale e al 57% senza disabilità; all’86,7% e al 61,1% rispettivamente tra le circa 90 Tin italiane, all’88% e al 62,4% in Lombardia.
Al Niguarda è anche particolarmente bassa l’incidenza di complicanze come la retinopatia della prematurità grave e la leucomalacia periventricolare, «grazie al supporto della cardiologia, cardiochirurgia, neurologia, chirurgia e oculistica pediatriche e dei servizi di diagnostica che ci permettono di offrire assistenza a 360 gradi ai neonati, sia pre-termine che a termine», spiega Stefano Martinelli, il primario della Neonatologia e della Tin del Grande ospedale metropolitano.
Si tratta di una terapia intensiva «aperta», nella quale i genitori possono entrare 24 ore su 24, stando a contatto coi figli pelle a pelle anche quando sono intubati.
Le pareti dei locali sono affrescate con immagini riguardanti le quattro stagioni, dall’inverno all’estate passando per una spettacolare sala relax.
Martinelli aveva fatto dipingere anche la Tin precedente, poi imitata dalla terapia intensiva degli ustionati, e da altre in Lombardia: «La mia idea di arteterapia è che essere curati bene in un bel posto sia meglio che essere curati bene in un luogo brutto. Chi sta male o è preoccupato, come i genitori dei neonati, dall’ambiente può trovare conforto e rassicurazione».
Così «a Natale mettiamo un cappellino rosso, addobbiamo le culle», spiega Elena Signorini, ex infermiera del reparto che insegna all’università e gestisce i social dell’associazione Amici della neonatologia dell’ospedale Niguarda, meglio nota come «Neo».
È sua l’idea del Carnevale: «Ho visto qualcosa di simile negli Usa, ho contattato un’artigiana di prodotti per l’infanzia, Silvia Renon, e lei è stata entusiasta di realizzare i costumi, è venuta a portarceli sabato».
Sono copertine, cucite a mano in un feltro adatto a entrare in terapia intensiva: tre modelli da maschio e tre da femmina, trenta esemplari, saranno regalati ai genitori. Per loro i social della Neo sono anche estensione di legami cementati in un momento difficilissimo. L’autunno scorso, racconta la neonatologa Raffaella Bruno, è arrivata una foto da quattro ex mini Wonder Woman:
«Erano state ricoverate qui, insieme, nel 1996. Le famiglie sono rimaste in contatto, festeggiavano la laurea di una di loro»
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