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Piano straordinario del Governo: ”Niente concorsi pubblici per chi non è vaccinato”

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Niente concorsi pubblici per chi non è vaccinato
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Il vaccino contro il morbillo, parotite e rosolia diventerà uno dei requisiti fondamentali per avere accesso a qualsiasi concorso pubblico

Questo è quanto previsto dalla bozza del piano straordinario del governo che approderà l’11 marzo in Commissione vaccini del ministero alla Salute e il 14 marzo alla Conferenza Stato-Regioni, che la dovrà approvare.

La disposizione relativa alla copertura sarà obbligatoria per i nati tra il 1975 e il 2000.

Chi vorrà entrare nelle forze dell’ordine, nei vigili del fuoco o aderire al programma universitario Erasmus, dovrà aver effettuato anche la profilassi.

Questa iniziativa è volta a debellare la rosolia ed il morbillo e sarà inserita nella strategia nazionale 2019-2023. In Italia sono stati riscontrati oltre 13.000 casi di infezione da Paramyxovirus, da quando ha avuto inizio la sorveglianza nel 2013.

Il 50% dei casi ha interessato giovani di età media di 27 anni. Il piano è stato fortemente voluto dal ministro Giulia Grillo, che in questo modo intende rispondere alle accuse di opposizione alla pratica vaccinale.

Forze dell’ordine e vigili del fuoco si sono impegnati alla “verifica dello stato vaccinale al momento dei concorsi per le nuove assunzioni, individuando tra i criteri di esclusione l’assenza della vaccinazione trivalente morbillo-parotite-rosolia”.

Anche Ufficio per lo Sport e federazioni sportive, hanno immediatamente recepito il messaggio, promettendo controlli al momento delle iscrizioni alle società e delle selezioni alle gare. L’obbligo della vaccinazione trivalente vale anche per gli aspiranti partecipanti all’Erasmus.

L’obbligo risponde a un obiettivo ambizioso: raggiungere il 100% di copertura per chi ha un’età compresa tra i 19 e i 44 anni. Escludendo chi ha già avuto il morbillo e i vaccinati, si stima che, in questo intervallo d’età, siano circa 2,5 milioni i cittadini destinatari del piano.

Riguardo ai nati dal 2001 in poi, si conta sugli effetti della legge sull’obbligo approvata nel 2017. La strategia prevede di raggiungere e mantenere il 95% del trivalente nella classe di età 24 mesi e il 90% a sei anni. Un vaccino che, nei bambini, contrasta anche la varicella e così diventa quadrivalente. La novità è che si vuole “aumentare la copertura di adolescenti e adulti suscettibili con iniziative vaccinali supplementari”.

Simone Gussoni

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