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NexT. Interventi formativi rivolti agli infermieri per la prevenzione dei comportamenti aggressivi della persona assistita in P.S.

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NexT. Interventi formativi rivolti agli infermieri per la prevenzione dei comportamenti aggressivi della persona assistita in P.S.
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Continua il grande successo per il progetto editoriale denominato NExT (Nurse EXperimental Thesis) targato Nurse Times

Progetto rivolto a tutti gli studenti in Infermieristica e neo laureati che raggiungono un obiettivo importante.

Giunge al nostro indirizzo mail [email protected] il lavoro di tesi della dott.ssa Chiara De Bortoli, dal titolo “Interventi formativi rivolti agli infermieri per la prevenzione dei comportamenti aggressivi della persona assistita in Pronto Soccorso”.

La tesi è stata dissertata presso l’Università Degli Studi dell’Insubria, nell’a.a. 2016 – 17.


ABSTRACT

La seguente revisione della letteratura vuole indagare quali interventi formativi possono essere utili all’infermiere per prevenire, insieme alle sue conseguenze, quello che appare oggi come un fenomeno in costante crescita: la violenza sul posto di lavoro da parte delle persone assistite verso l’infermiere.

Ciò viene effettuato attraverso l’analisi di cinque articoli reperiti tramite una ricerca di fonti svolta, sia per parole libere che MeSH, su tre banche dati principali quali Cochrane Library, Medline il cui portale è Pubmed e Cinahl.

In particolare dopo una prima analisi delle effettive conseguenze sugli infermieri e sulla loro assistenza, si tratta di tre differenti interventi formativi utilizzabili dai professionisti (classroom-based, on line, ibrido) ed infine si effettua l’analisi della percezione che gli infermieri hanno di questi.

In conclusione si mette in evidenza come il metodo migliore per lo scopo sia quello ibrido facendo emergere la necessità, oltreché di migliorare la tipologia stessa, di inserirlo già all’interno dei corsi universitari di base.

Introduzione

Il National Institute of Occupational Safety and Health (N.I.O.S.H.) (2002) ha definito la violenza occupazionale come “ogni atto di aggressione fisica, comportamento minaccioso o abuso verbale che si verifica nel posto di lavoro”.

Gli operatori sanitari, in particolare gli infermieri, sono esposti ad un rischio molto elevato di subire un episodio di violenza (Zoni et al., 2010).

Negli ultimi anni questo sembra essere un fenomeno in costante aumento con importanti influenze morali verso gli infermieri, per i quali può evidenziarsi un incremento dello stress lavorativo e del turnover del personale sanitario (Ray, 2007).

A tal proposito, come rilevato dalla maggior parte degli studi effettuati, la violenza sul posto di lavoro può minare la capacità di resilienza degli operatori sanitari e può spiegare l’alto tasso di burnout riscontrato nei professionisti della salute (Estryn-Behar et al., 2008).

La scelta è ricaduta su questa tematica perché durante il percorso formativo in area critica ho assistito ad un’aggressione verbale di una persona assistita verso l’infermiera. Da quest’evento mi son chiesta come possano gli infermieri riuscire a mantenere un buon livello di assistenza rispettando il patto infermiere-persona assistita (IPASVI, 2009) con chi si è mostrato aggressivo e soprattutto, riuscendo lo stesso a rispondere ai bisogni dell’assistito nelle tre dimensioni caratterizzanti: biofisiologica, psicologica e socioculturale (Cantarelli, 2006).

È emersa così la curiosità di capire se ci fossero dei corsi appositi che potessero essere utili nella prevenzione degli eventi aggressivi di questo genere.

Di fatti la sicurezza e la formazione sono delle componenti importanti dei programmi di prevenzione della violenza ed è raccomandato che tutti i membri dello staff ricevano formazione annualmente per garantire che essi siano informati su potenziali minacce e su come proteggere sé stessi ed i loro colleghi attraverso politiche e procedure consolidate (O.S.H.A., 2016).

La domanda di ricerca formulata è la seguente: “Quali interventi formativi può utilizzare l’infermiere per prevenire i comportamenti aggressivi della persona assistita in pronto soccorso e le rispettive conseguenze su sé stesso e sull’assistenza erogata?”.

Per rispondere ad essa, attraverso il portale on-line insuBRE (Insubria Biblioteche e Risorse Elettroniche), è stata effettuata una revisione della letteratura per parole libere e MeSH uniti tra loro tramite l’operatore booleano AND, e utilizzando principalmente tre banche dati: Cochrane Library, dalla quale però non è stato preso alcun articolo per l’analisi, Medline il cui portale è Pubmed e Cinahl.

La scelta è ricaduta su queste perché risultano essere scientificamente le più autorevoli e complete per la ricerca nella professione infermieristica.

All’interno di essi la ricerca delle fonti è stata sviluppata utilizzando le stringhe di ricerca riportate nell’allegato 1 e 2 denominati “Search History MEDLINE” e “Search History CINAHL”.

Per la selezione degli articoli adatti si è proceduto ponendo un filtro di 5 anni, richiedendo disponibilità della lingua italiana ed inglese e dell’abstract.

Successivamente è stata valutata la composizione del campione, infatti gli studi presi in considerazione sono formati da infermieri laureati e assunti in pronto soccorso. Per fornire una risposta coerente alla domanda di ricerca, gli articoli selezionati sono stati sottoposti ad analisi critica secondo il modello proposto da Sironi (2010).

L’elaborato è strutturato, a seguito dell’introduzione, in tre paragrafi più le conclusioni. Il primo paragrafo prevede l’analisi di uno studio riguardante le possibili conseguenze fisiche, psicologiche, emozionali ed assistenziali delle aggressioni da parte delle persone assistite verso l’infermiere.

Segue poi il secondo paragrafo in cui si analizzano tre studi riguardanti tre tipologie differenti di corsi formativi che possono essere utilizzati al fine di prevenire e gestire le aggressioni.

Infine nell’ultimo paragrafo si analizza l’articolo che tratta come questi programmi formativi influenzino gli outcomes assistenziali degli infermieri. In conclusione risulta che questi corsi sono molto utili per prevenire le aggressioni ed evitare conseguenze negative come l’intenzione di lasciare la professione, il burnout, stress, fatigue e problemi del sonno che colpiscono l’infermiere (Deery et al., 2011).

Chiara De Bortoli

Allegato

Tesi: Interventi formativi rivolti agli infermieri per la prevenzione dei comportamenti aggressivi della persona assistita in P.S.

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