Entra nel vivo il procedimento penale sulle violenze, fisiche e verbali, subite dai pazienti del Cicalotto.
Due anni e due mesi per Violka Ferhati, operatrice sanitaria, un anno e sei mesi per Jacopo Pisaturo, direttore sanitario, un anno per Barbara Canestro, ex coordinatrice del personale infermieristico, e un anno per Alessandra Capozzo, attuale coordinatrice. Sono queste le pene richieste dal pm Alessandra Politi in udienza preliminare, nell’ambito del procedimento penale sui maltrattamenti all’interno della struttura psichiatrica Il Cicalotto di Nava (Imperia), gestita dalla Cooperativa Il Faggio.
Il giudice Paolo Luppi ha rinviato l’udienza al prossimo 6 luglio per la formalizzazione dei patteggiamenti e delle messe alla prova e le sentenza sui riti abbreviati. Viola Ferhati è accusata di maltrattamenti, mentre Jacopo Pisaturo, Barbara Canestro e Alessandra Capozzo sono accusati di omesso controllo. Tutti hanno optato per la formula del rito abbreviato. Hanno richiesto il patteggiamento i legali di Elena Stoica, Daniela Arranga e Massimo Deperi (consigliere comunale a Pornassio, licenziato dalla cooperativa): rispettivamente 2 anni di reclusione la prima, 4 mesi la seconda, 2 anni e 8 mesi il terzo.
I legali di Barbara Armonti e Gleda Ascheri hanno richiesto la messa alla prova. Nel dettaglio, per quanto riguarda Barbara Armonti, grazie alla memoria difensiva depositata dai suoi legali prima dell’udienza, il pm ha modificato il capo d’imputazione, riqualificando il reato di peculato in appropriazione indebita, che consentirà alla difesa di accedere alla messa alla prova.
La storia – Violka Ferhati, 45 anni, albanese, e Elena Stoica, 46 anni, romena (entrambe operatici sanitarie), sono accusate di aver abbandonato una paziente nel corso della notte, poi deceduta la mattina seguente. La Procura ha contestato loro di non aver effettuato “durante il turno notturno del 6-7/10/2016, accessi nella stanza della paziente/ospite […], nonché all’eventuale aspirazione delle secrezioni bronchiali, abbandonavano la predetta, incapace per malattia e vecchiaia di provvedere a se stessa, affidata alla loro custodia e della quale dovevano avere cura, decedendo la stessa quella medesima notte”.
La perizia medico legale sulla salma dell’anziana, disposta dalla Procura, ha escluso che sia morta perché abbandonata, concludendo che il decesso sarebbe avvenuto a prescindere dal comportamento delle due operatrici. L’installazione di telecamere nascoste ha permesso agli inquirenti di accertare svariati casi di maltrattamenti ai danni degli ospiti, in particolare offese e insulti gratuiti e la totale mancanza di cura sul fronte dell’igiene intima, con anziani lasciati a terra per ore coi vestiti sporchi. Jacopo Pisaturo, Barbara Canestro e Alessandra Capozzo, accusati di omesso controllo, secondo la Procura non sarebbero intervenuti per stoppare i maltrattamenti all’interno della struttura, pur essendone a conoscenza.
Per quanto concerne il peculato, invece, sono indagate un’infermiera, Barbara Armonti, 46 anni, e due operatori sanitari, Gleda Aschero, 52 anni, e Daniela Arranga, 58 anni. Anche in questo caso, decisive sono state intercettazioni e telecamere nascoste. Le tre indagate, secondo l’accusa, avrebbero sottratto materiale sanitario di varia natura: siringhe, disinfettanti e garze, ma anche farmaci destinati non solo agli ospiti della struttura, ma anche ai migranti ospiti della Cooperativa Il Faggio (che ha annunciato di volersi costituire parte civile nel procedimento).
Fonte: www.imperiapost.it
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