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Massimo Randolfi

Un murale appena disegnato sul muro all’ingresso dell’ospedale dell’azienda ospedaliera di Padova

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Un murale appena disegnato sul muro all'ingresso dell'ospedale dell'azienda ospedaliera di Padova
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Un post su Facebook ha avuto molto successo, divenendo la voce di tanti che ogni giorni si impegnano nel proprio lavoro. Si parla di murale appena disegnato sul muro all’ingresso dell’ospedale dell’azienda ospedaliera di Padova.

Il post:

E con questa si chiude il cerchio dell’evoluzione del “HOMO SANITARIUS”
Da piccolo umanoide poco considerato, a eroe da osannare, a mito da ricordare.

Più o meno questa italica favoletta potrebbe essere riassunta così:

C’eravamo una volta noi, semplici operatori sanitari. Figure poco definite nella società, ma ben descritte da una serie infinita di luoghi comuni.
Noi, dipendenti statali ben pagati e agevolati.
Noi, quelli che “Beati voi che lavorate solo 3 giorni su 5!”
Sempre noi, quelli che “Certo che in ospedale fate proprio la bella vita eh!”
Poi, un pomeriggio qualsiasi di un venerdì di fine febbraio, improvvisamente diventiamo EROI, per alcuni addirittura ANGELI.
Noi, quelli che “Siete l’Italia più bella, daje!”
Noi, quelli che “Grazie a voi #andràtuttobene!”
Sempre noi, quelli che “Dovreste essere pagati di più per quello che fate!”

E così scorrono via i mesi, tra promesse nazionali, ringraziamenti presidenziali, cori dai balconi, tricolori dedicati…e turni estenuanti a contatto diretto con una pandemia che blocca il globo intero.

Ma come nel più classico dei copioni, con il tempo cala l’enfasi e calano anche le attenzioni e le promesse, e si torna un po’ come all’inizio.
Semplici operatori sanitari, solamente un po’ più delusi.
Delusi per non essere stati ascoltati, delusi per essere stati illusi ancora una volta, e delusi per essere stati presi in giro, dagli italiani ma soprattutto dalle istituzioni.

Quelle stesse istituzioni che oggi ci vedono solo come un qualcosa da ricordare, da raccontare ai posteri. Qualcosa di passato insomma.
Una figura quasi mitologica, metà operatore sanitario e metà super-eroe, rappresentata magari da un murale di 10 metri sbattuto su un muro ben in vista all’ingresso dell’ospedale, a cui volgere lo sguardo manco fosse il segnale di Batman.

No grazie! Io non voglio essere ricordato così!
E non chiamatemi ingrato.
(Erasmo Buonaugurio, infermiere)

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