Un uomo in attesa di essere visitato presso il pronto soccorso del Santa Croce di Moncalieri è morto in sala di attesa, tra l’indifferenza dei presenti.
Pare fosse un senza tetto, conosciuto da molti come Beppe. Non ha un cognome, un’età ne tantomeno un documento d’identità.
“Sembrava dormisse”, spiegano i sanitari che più volte sono passati accanto alla barella sulla quale si trovava, senza sospettare che potesse essere morto.
Era la notte tra l’1 ed il 2 maggio scorso, quando il senza tetto giunse in ambulanza presso il nosocomio. Alcuni clienti del centro commerciale “Il Gigante” di la Loggia” lo avevano visto seduto tra i cartoni fuori dal market. Sembrava debole, spaesato. «Mi sento bene, non ho bisogno di nessuno» ha detto a chi gli si avvicinava. Ma nessuno gli ha creduto. Da qui la chiamata al 118.
Giunto al Triage del P.S. di Moncalieri era stato registrato come “Ignoto 1”, proprio come quanto appare nel fascicolo di inchiesta aperto in procura dal pm Mario Bendoni per fare chiarezza sulle cause della morte di uno del senza fissa dimora.
Era stato registrato in Triage e visitato dai medici, che si sono offerti di pagargli una colazione. «Non presentava patologie» spiega ora il direttore sanitario Piero Panarisi. E’ stato invitato a restare ricoverato ancora, ma ha deciso di andarsene firmando con uno scarabocchio il foglio di dimissioni.
Ora tutti cercano di capire chi fosse. Non risulta mai essere stato fotosegnalato dalla forze dell’ordine e le sue impronte digitali risultano essere registrare negli archivi. Si è presentato ai sanitari in stato confusionale dicendo «Non ricordo come mi chiamo e non ho nessuno a cui telefonare».
I carabinieri stanno indagando per ricostruire l’identità dell’uomo, mentre il pm ha già disposto l’esecuzione dell’esame autoptico. Per il momento il fascicolo non presenta ne indagati ne ipotesi di reato.
I militari hanno interrogato i clochard che frequentano regolarmente la sala d’aspetto, ma pare che nessuno lo avesse mai visto.
Sono state acquisite anche le registrazioni delle telecamere per definire con precisione l’orario in cui la vittima è rientrata a ripararsi come tanti altri avevano già fatto in passato e fanno ancora.
«Accade anche a Carmagnola e a Chieri – chiarisce il direttore sanitario -. Abbiamo provato tante volte a intervenire in loro soccorso. Mesi fa abbiamo accompagnato due di loro a Torino. Li abbiamo aiutati a farsi la barba, a lavarsi per poi affidarli a strutture specializzate. Il giorno dopo erano di nuovo qui, in sala d’aspetto».
Beppe invece da lì non ci era mai passato. Nessuno, fino a ieri sera, ne ha reclamato l’assenza ai carabinieri della stazione di Moncalieri. Forse si è lasciato morire quando l’inverno era ormai alle spalle.
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