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Morte Mario, primo caso di suicidio assistito in Italia: “Legge non più rinviabile”

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Morte Mario, primo caso di suicidio assistito in Italia: "Legge non più rinviabile"
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Il commento di Nicola Provenza (M5S), relatore della legge sulla morte volontaria medicalmente assistita, approvata alla Camera e ora all’esame del Senato.

Mario, la cui vera identità, rimasta nascosta fino all’ultimo, è Federico Carboni, è morto alle 11.05 di ieri. A comunicare il decesso del 44enne tetraplegico di Senigallia (Ancona), che era immobile da 12 anni a causa di un incidente stradale e aveva ottenuto il via libera per il suicidio medicalmente assistito (procedura avvenuta per la prima volta in Italia), è stata l’Associazione Luca Coscioni, la quale lo ha affiancato anche nella battaglia legale successiva alla sentenza della Corte Costituzionale sulla vicenda Cappato / Dj Fabo e che ha raccolto fondi per la strumentazione necessaria a compiere l’ultimo gesto volontario. Il suo testamento: “Continuate questa battaglia per essere liberi di scegliere”.

Sulla vicenda è intervenuto con una nota Nicola Provenza, deputato del Movimento 5 Stelle e relatore della legge sulla morte volontaria medicalmente assistita approvata alla Camera: “Dalla vicenda di Mario, il primo italiano ad accedere alla procedura di morte volontaria medicalmente assistita, c’è tanto da imparare. Prima di tutto la perseveranza e il coraggio mostrati nella battaglia per accedere a un diritto la cui tutela è sancita da una sentenza della Consulta. E poi la dignità che emerge dalle parole di commiato, con il riferimento a una condizione di sofferenza sia mentale che fisica ormai non più sostenibile”.

E ancora: “Alla luce degli ostacoli e delle difficoltà incontrate da Mario, dobbiamo consentire di poter accedere a una procedura chiara e trasparente a tutti coloro che hanno i requisiti. Per questo una legge non è più rinviabile. Mario è riuscito ad accedere alla procedura dopo una serie infinita di ricorsi e carte bollate, ed è stato persino necessario attivare una raccolta fondi per pagare i farmaci e le attrezzature utilizzate per l’ultimo atto. Una situazione inaccettabile, come ribadito anche dal ministro della Salute, Roberto Speranza”.

Conclude Provenza: “Scelte come quelle di Mario interrogano le coscienze di tutti. La legge che si trova al Senato, già approvata alla Camera, garantisce le diverse sensibilità e consente a chi vuole porre fine alle proprie sofferenze di poterlo fare circondato dall’affetto dei propri cari e con l’assistenza del Servizio sanitario nazionale. Ora spetta alla politica dare una risposta”.

Redazione Nurse Times

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