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Il “morso” della medusa: trattamento e medicazione

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Il “morso” della medusa: trattamento e medicazione
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ASSIOMA: la medusa NON MORDE, bensì con i suoi tentacoli una volta avvenuto il contatto genera una reazione urticante a livello cutaneo che è riconducibile ad una ustione di I grado o di II grado, in funzione del tempo di esposizione all’agente vulnerante o della quantità di sostanza urticante ceduta dai tentacoli.

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La Medusa è un animale marino composto prevalentemente da acqua, solitamente innocuo, ma che talvolta può essere addirittura letale (decesso per shock anafilattico). I tentacoli della medusa hanno delle cellule dette cnidociti, che hanno funzione difensiva per l’essere. Da essi si estroflettono dei filamenti detti cnidae che possono essere di due tipi (o spirocisti o nematocisti ) e sono i responsabili della inoculazione del liquido che genera bruciore quando viene a contatto con la pelle. Il liquido dovrebbe avere funzione neurotossica e eliminare la preda per paralisi, anafilassi oppure arresto cardio-respiratorio.

Le soluzioni per evitare la spiacevole sensazione di bruciore o nella peggiore delle ipotesi una ustione o un quadro clinico preoccupante sono semplici.

Per il trattamento, prima di tutto, avvenuto il contatto, lavare con acqua salata (di mare o soluzione fisiologica) per favorire la diluizione della soluzione e lavarla dalla parte lesa; non usare l’acqua dolce in quanto potrebbe favorire la rottura dei nematocisti presenti sui tentacoli e peggiorare la clinica. Non sfregare la parte lesa per evitare di far entrare in circolo dalla eventuale lesione che si crea parte dell’animale peggiorando per giunta la flogosi che si instaura.

È corretto dire che le neurotossine della medusa sono termolabili, ma per inattivarle bisognerebbe avere una temperatura di 50°C chiaramente incompatibile con la vita e con i tessuti umani, per cui rivolgersi al Pronto Soccorso più vicino o contattare il 118 per il trasporto immediato in Ospedale e il trattamento della lesione generata.

Nell’immaginario collettivo si crede che l’uso di alcool, ammoniaca ed urina possa dare beneficio: nulla di più errato!

La triade descritta potrebbe invece favorire il peggioramento della flogosi e l’alcool, con la vasodilatazione locale, potrebbe favorire l’assorbimento sistemico della neurotossina.

Importantissimo è mantenere la calma per evitare una esacerbata risposta del Sistema Nervoso Simpatico e una conseguente precipitazione dello stauts quo. L’applicazione di pomate cortisoniche non ha fatto riscontrare nessun beneficio nell’immediato. Per cui per avere beneficio dal fastidio è opportuno attrezzarsi con pomate che hanno effetto astringente (ammesso e non concesso che le lesioni siano elementari e non ci siano lesioni cutanee ).

Attenzione ad eventuali insorgenze di sintomi come dispnea, malessere generale o conati di vomito in quanto potrebbero essere espressione di effetti della neurotossina in circolo.

CALABRESE Michele

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