L’ipertensione arteriosa rappresenta una delle principali problematiche in tema di salute pubblica interessando indistintamente le popolazioni di ogni regione del mondo. Pertanto risulta fondamentale essere in grado di determinare correttamente quali siano i valori pressori di una persona, per poter effettuare una diagnosi precoce ed attuare interventi mirati.
Da anni sono noti i potenziali effetti negativi del mercurio sulla salute delle persone e sull’ambiente che le circonda. Ciò ha portato alla diffusione su scala mondiale dei misuratori di pressione che non prevedono più la presenza di tale sostanza.
Ma quale sarà lo strumento più preciso? Uno studio è stato condotto per comparare la precisione delle rilevazioni effettuate con un misuratore di pressione aneroide ed uno sfigmomanometro digitale utilizzato per determinare il grado di ipertensione dei pazienti sottoposti a misurazione.
La ricerca è stata condotta in un centro clinico situato in una comunità rurale del Bengala Occidentale.
Un dispositivo aneroide ed uno digitale sono stati tarati e calibrati utilizzando uno sfigmomanometro a mercurio. Un campione di soggetti di età superiore ai 25 anni è stato selezionato.
Ogni persona è stata sottoposta a due visite di misurazione settimanali in giornate randomizzate per un mese. Ogni volta sono state effettuate due misurazioni per dispositivo, per un totale di 4 rilevazioni giornaliere.
I dati riguardanti le misurazioni pressorie dei 218 soggetto esaminati sono stati registrati dopo le misurazioni con ciascun sfigmomanometro pre-testato.
T-Test, coefficiente K, sensibilità e specificità sono stati verificati attraverso apposite analisi. L’analisi della curva ROC (Receiver Operating Characteristic) è stata eseguita e lo Youden Index è stato stimato per essere in grado di determinare il cut off point ottimale per la diagnosi di ipertensione arteriosa attraverso dispositivi non a mercurio.
Quali sono stati i risultati?
Dall’analisi dei dati relativi ai 218 pazienti studiati è emersa una varianza media rispetto alle letture effettuate con dispositivo a mercurio nettamente inferiore nel caso di misuratore aneroide se paragonato al device digitale sia per i valori di pressione sistolica che diastolica. Oltre l’89% delle rilevazioni effettuate con il misuratore aneroide e meno del 44% di quelle effettuate con lo strumento digitale hanno dimostrato differenze inferiori ai 5mm Hg, quando confrontati con le rilevazioni a mercurio sia per i valori sistolici che diastolici.
La sensibilità e la specificità dei device aneroidi è risultata maggiore (86,7% e 98,7%) rispetto ai dispositivi digitali (80,0% e 67,7%). La curva ROC ha presentato un’area maggiore in caso di utilizzo di device aneroide rispetto al dispositivo digitale, sia per la pressione arteriosa sistolica che diastolica.
In conclusione, il dispositivo aneroide ha una maggiore precisione rispetto a quello digitale, se paragonato ad uno sfigmomanometro a mercurio e dovrebbe essere utilizzato per una misurazione più accurata, soprattutto in caso di utilizzo su pazienti affetti da ipertensione.
Simone Gussoni
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