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Mistero a Sulmona: in ospedale per chetoacidosi, anziana muore col collo spezzato

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Protagonista della strana vicenda un’anziana signora di 87 anni, ricoverata all’ospedale di Sulmona. Il pm ha disposto l’autopsia per fare luce sul mistero.

Essere ricoverati perché il pH del proprio sangue fa le bizze, ma ritrovarsi poi in una cassa da morto con una vertebra cervicale fratturata. È capitato all’ospedale di Sulmona e la vicenda, dopo i primi accertamenti e le varie testimonianze raccolte dagli inquirenti, sembra assumere le sembianze dell’ennesimo triste episodio di una sanità sempre più in crisi: reparti e ospedali super affollati, pochi professionisti sanitari che svolgono ognuno il lavoro di due-tre unità, fattore tempo sempre più spietato. Chi ci rimette? I pazienti, ovviamente. La loro salute. La loro sicurezza. La loro centralità.

Ma andiamo in ordine.

Tutto è cominciato mercoledì 10 agosto, in serata, quando la signora è stata ricoverata per chiari sintomi di chetoacidosi diabetica. Che sia stata ricoverata in urologia (!!!) per carenza di posto letto, è un’altra storia… comunque: sottoposta tempestivamente a terapia farmacologica, la nonnina ha avuto subito un repentino miglioramento, tanto che ha chiacchierato e scherzato coi famigliari per ore e ha cenato all’interno della struttura senza problemi. Poi, non appena liberata un’unità di degenza, l’anziana è stata trasferita in medicina. Ed è lì che la situazione, in qualche modo, è sfuggita di mano.

Ho chiesto al personale in servizio se dovevo restare per la notte, ma mi hanno risposto che non era necessario perché mia madre stava bene” ha dichiarato la figlia della paziente.

Ma nella giornata di venerdì 12, la signora ha dormito praticamente tutto il giorno e sembrava in uno stato di semi coscienza. Così la figlia, piuttosto allarmata, ha chiesto spiegazioni al personale sanitario che l’ha rassicurata spiegandole che di notte si era vista necessaria la somministrazione di un calmante, in quanto la signora era stata dissociata e molto agitata. Però è accaduto anche qualcos’altro: la compagna di stanza dell’87enne, ha riferito infatti che la “nonnina”, nel tentativo di scendere dal letto, era rimasta incastrata nelle sbarre di contenzione. Tanto che era stato necessario l’intervento di diversi sanitari per risolvere la situazione.

Accortasi altresì di diversi ematomi sul corpo dell’anziana madre, la figlia si è quindi rivolta al medico di turno che, dopo varie e sterili rassicurazioni, ordina comunque l’esecuzione di una tac di controllo. L’esame è stato effettuato alle 18 di venerdì e il risultato… ha lasciato tutti attoniti: la paziente aveva la base del collo spezzata di netto, il dente dell’epistrofeo era fratturato. È stato così allertato il reparto di neurochirurgia che, dopo aver valutato la situazione della donna, ha però stabilito che non poteva essere sottoposta ad intervento chirurgico.

Alle ore 7 di sabato 13 agosto l’anziana signora è entrata in coma e alle 10:37 è avvenuto il suo decesso.

Queste le parole della figlia, sconvolta dal triste epilogo tinto di giallo: “Ciò che è accaduto a mia madre ha dell’incredibile e se ci sono responsabilità è giusto che vengano accertate. Vogliamo sapere la verità”.

Su sollecitazione dei parenti, rivoltisi ai carabinieri, la procura è intervenuta fissando l’autopsia e sequestrando la cartella clinica della donna.

Alessio Biondino

Fonte: Il Centro

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