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Miracolo a Torino: bimba di 7 mesi salvata da un complesso trapianto di fegato presso l’ospedale Molinette

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Una storia di speranza e competenza medica ha avuto luogo all’ospedale Molinette di Torino, dove una bambina di 7 mesi, nata con una rara malformazione delle vie biliari, è stata salvata grazie a un delicato trapianto di fegato. La piccola, che pesava appena 6 kg, ha ricevuto la parte sinistra del fegato di un donatore pediatrico, a cui è stato abbinato un autotrapianto della vena giugulare destra per ricostruire la vena porta.

La diagnosi era arrivata subito dopo la nascita, avvenuta a febbraio 2024, e il primo intervento chirurgico di tipo riparativo era stato effettuato a giugno presso l’ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, sotto la guida del dott. Fabrizio Gennari. Purtroppo, la situazione era rapidamente peggiorata, con un persistente quadro di ittero e una compromissione della funzione epatica, portando la bambina in lista d’attesa per un trapianto di fegato già nel mese di luglio.

Il peggioramento e l’attesa di un organo compatibile

Durante l’estate, le condizioni della bambina si erano ulteriormente aggravate, costringendo i medici a ricoverarla all’inizio di settembre presso la Gastroenterologia pediatrica del Regina Margherita, diretta dal dott. Pierluigi Calvo. Con l’urgenza di trovare un organo compatibile, la piccola è stata inserita in lista d’attesa prioritaria per il trapianto.

Finalmente, dopo tre settimane di attesa senza possibilità di dimissione, è arrivata la tanto sperata donazione da parte della famiglia di un adolescente deceduto in Veneto per un trauma cranico. Il Centro Nazionale Trapianti ha coordinato l’offerta d’organo ai pazienti pediatrici più urgenti in Italia, permettendo al Coordinamento Regionale Trapianti del Piemonte, sotto la direzione del dott. Federico Genzano, di assegnare la parte sinistra del fegato al programma trapianto pediatrico di Torino, diretto dal prof. Renato Romagnoli.

Un intervento chirurgico di rara complessità

Il trapianto, durato ben 12 ore, è stato eseguito dall’équipe del prof. Romagnoli con la collaborazione dei dottori Francesco Lupo e Stefano Mirabella. La procedura si è rivelata estremamente complessa a causa del grave restringimento della vena porta della ricevente, ormai disabitata dal flusso sanguigno. Per garantire il successo del trapianto, i chirurghi hanno utilizzato la vena giugulare destra della stessa bambina, realizzando un autotrapianto.

La complessa organizzazione ha visto la partecipazione di diverse figure professionali: anestesisti, infermieri e operatori sociosanitari esperti si sono alternati in sala operatoria, mentre l’équipe del Centro di Torino, guidata dai dottori Giorgia Catalano e Davide Cussa, ha lavorato in collaborazione con i medici dell’ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, che ha ricevuto la parte destra del fegato del donatore.

Un recupero straordinariamente rapido

Il decorso postoperatorio è stato sorprendentemente positivo: il nuovo fegato ha ripreso a funzionare in modo ottimale e le condizioni della bambina sono migliorate rapidamente. Dopo appena tre settimane, la piccola è stata dimessa e ha potuto fare ritorno a casa, grazie anche alle numerose unità di sangue pediatrico fornite dalla Banca del Sangue e Immunoematologia della Città della Salute di Torino.

Un esempio di eccellenza sanitaria

Il successo di questo intervento rappresenta un’ulteriore conferma dell’eccellenza del sistema sanitario piemontese. L’assessore alla Sanità, Federico Riboldi, ha ringraziato le famiglie dei donatori di organi e di sangue per il loro prezioso contributo, sottolineando il valore dei professionisti sanitari che rendono possibili veri e propri miracoli. Giovanni La Valle, direttore generale della Città della Salute di Torino, ha evidenziato come questa storia a lieto fine sia frutto della collaborazione tra diverse strutture ospedaliere, unite per salvare la vita di una neonata.

Questa vicenda straordinaria dimostra ancora una volta il valore della donazione di organi e sangue e l’importanza di una rete trapianti all’avanguardia per garantire una speranza di vita anche ai pazienti più piccoli e fragili.

Redazione Nurse Times

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