Il primo cittadino non ha presenziato al taglio del nastro: una forma di protesta per la cancellazione dell’ospedale prima, del pronto soccorso poi, e infine del punto di primo intervento.
“Quello che stiamo facendo è ricostruire il tessuto sanitario di questa città, che è stato demolito anni fa, e lo stiamo facendo in tutte le maniere. Stiamo raddoppiando il sistema del 118, abbiamo una gara in corso per raddoppiare le ambulanze”. Così il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, a margine della cerimonia inaugurale dell’hospice di Minervino Murge, alla quale non ha polemicamente partecipato il sindaco del paese a nord di Bari, Maria Laura Mancini.
L’assenza di quest’ultima era motivata dai crescenti malumori in città per la cancellazione dell’ospedale prima, del pronto soccorso poi, e infine anche del punto di primo intervento. “Non c’è nulla da festeggiare – ha detto il primo cittadino –. L’hospice ‘Karol Wojtyla’ si inaugura nel nostro ex ospedale, ex centro di riabilitazione, ex punto di primo intervento, ‘forse’ ex ospedale di comunità, PTA incompiuto di Minervino Murge. Non voglio ipocritamente tagliare il nastro insieme al presidente della Regione, che inaugura un nuovo servizio dopo aver massacrato l’assistenza sanitaria sul nostro territorio. Il Piano di riordino ospedaliero, accanto alla realizzazione dell’hospice e del per ora dichiarato (sulle carte) ospedale di comunità e potenziamento del PTA (presidio territoriale assistenziale), ci ha privato al tempo stesso dei primari e vitali servizi sanitari. La nostra comunità per le emergenze ha a disposizione una sola ambulanza e, nel caso questa fosse impegnata, il paese rimarrebbe scoperto da qualsiasi assistenza sanitaria medica di emergenza. In altre parole, bisogna raggiungere Barletta o Andria anche per un piccolo infortunio. Ciò vuol dire sottrarre tempo alla vita e agli affetti e, nei casi meno gravi, sottrarre tempo alla famiglia, al lavoro e all’economia. Quando si parla di diritto alla salute, costituzionalmente sancito, non si possono anteporre logiche di bilancio e di valutazione di costi. La tutela della salute di ogni cittadino è un bene primario, non ha prezzo: è un diritto alla vita e alla salute, e come tale va salvaguardato”.
La replica di Emiliano non si è fatta attendere: “Voglio precisare che i punti di primo intervento sono stati eliminati dal ministero della Salute, che ci ha dato parametri precisi che noi dobbiamo rispettare. Eravamo tenuti ad applicare delle norme e questo il sindaco lo sa. Stiamo valutando che, dove dovessimo assumere la disponibilità dei medici di famiglia a gestire l’ospedale di comunità, apriremo anche quest’altra struttura. Quando l’ex presidente Fitto decise di chiudere questo ospedale – è bene che il sindaco se lo ricordi – lo fece non perché obbligato, come successo in seguito. Attualmente la Regione sta riconvertendo queste strutture in altre funzioni che hanno un’importanza enorme e sono equivalenti, perché qui ci saranno medici, infermieri, psicologi; ci sarà la terapia del dolore, ci saranno tante persone che lavoreranno e daranno onore alla città di Minervino. È legittimo che il sindaco, proveniente da uno schieramento politico diverso dal mio, decida di non accogliere il presidente della Regione. Ma io sono qui per inaugurare una struttura, non per fare campagna elettorale”.
Redazione Nurse Times
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