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Maruggio (Taranto), dottoressa della guardia medica si dimette dopo aggressione

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Maruggio (Taranto), dottoressa della guardia medica si dimette dopo aggressione
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L’esasperazione dettata dai continui episodi di violenza ai danni del personale sanitario può indurre qualcuno a dimettersi. E’ quanto ha fatto una giovane specializzanda impegnata come guardia medica a Maruggio (Taranto), che ha annunciato l’intenzione di lasciare il lavoro dopo l’aggressione a opera dei genitori di un bambino che stava visitando nella notte tra il 17 e il 18 agosto.

L’aggressione è avvenuta intorno alle 3 del mattino, quando una coppia di villeggianti si è presentata nell’ambulatorio chiedendo assistenza per il figlio. “Nonostante la dottoressa abbia fornito le cure necessarie e spiegato che non c’erano problematiche evidenti all’occhio del bambino – si legge in una nota di Uil Fpl Taranto, che gha denunciato l’accaduto -, i genitori hanno reagito con insulti, minacce di morte e violenze fisiche. Solo l’intervento tempestivo dei soccorritori del 118 ha evitato il peggio, ma il trauma subito dalla professionista l’ha indotta a interrompere il servizio. La dottoressa, spaventata e provata dall’accaduto, ha deciso di rassegnare le dimissioni, lasciando un vuoto nell’organico già carente dell’Asl Taranto”.

Sulla vicenda dell’aggressione a Maruggio è intervenuto Filippo Anelli, presidente di Fnomceo e di Omceo Bari: “Evitiamo che anche questa collega, cui va tutta la nostra vicinanza, lasci il posto di lavoro. Chiediamo al governatore Emiliano di garantirle sicurezza, in caso affidandole una sede diversa. Le sue dimissioni sarebbero una sconfitta per l’intero sistema, e questo non possiamo permetterlo. I gravi episodi di violenza sono sintomi inquietanti di una disfunzione del sistema”.

Sempre Anelli: “Servono risposte. Servono risorse per arginare la fuga del personale sanitario. Servono più medici, in ospedale e sul territorio, meglio pagati e più valorizzati. In questa situazione anche il rischio clinico aumenta, così come la possibilità di errore. Servono reali misure di sicurezza per restituire serenità ai professionisti”.

E ancora: “Il fenomeno ha molte cause, prima tra tutte la scarsità del personale sanitario, dovuta a decenni di definanziamenti. Non basta la procedibilità d’ufficio, se gli episodi non vengono portati alla luce per celare disorganizzazioni e malfunzionamenti. Non bastano le attestazioni di solidarietà e di fiducia nei medici, se al primo intoppo diventano i capri espiatori di quello che non va”.

Redazione Nurse Times

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