Riportiamo le importanti riflessioni di Martina Vincenti rivolte a tutti coloro che non hanno ancora aderito alla vaccinazione anti Covid…
Lasciate che esprima il mio pensiero, con la speranza che la mia esperienza possa essere uno spunto di riflessione per quanti, tra voi, abbiano ancora dubbi sul vaccino contro il SARS-CoV-2 e di conseguenza sulla malattia che ne deriva, la COVID-19.
Premetto che è umano avere paura, soprattutto di qualcosa che non si conosce.
Sinonimo di intelligenza è ammetterlo e affidarsi, lasciando che siano coloro che hanno studiato davvero immunologia, genetica medica e infettivologia a valutare efficacia e controindicazioni.
E no, l’avere accesso libero a Internet non vi rende esperti di una materia. Avete però la possibilità di carpire informazioni di facile comprensione da fonti ufficiali e scientifiche come Aifa e Ministero della Salute.
Lasciate perdere i Social Network e non cercate di interpretare pubblicazioni mediche vedendo ovunque complotti e fregature, se non possedete le chiavi di lettura.
Di cosa avete paura? Dell’effetto immediato?
Potreste andare in shock anafilattico anche assaggiando quella nuova salsa per sushi o brindando con un nuovo cocktail sulla spiaggia.
Temete gli effetti a lungo termine?
Potreste scoprire che il lotto dell’antidolorifico che avete assunto la settimana scorsa per un mal di testa è stato ritirato da Aifa per aver causato la morte in X soggetti.
Quando dite che il vaccino causa infertilità, cecità, deficit cognitivi, quali sono le vostre fonti?
Su quale campione statistico di studio è stato dimostrato quanto sostenete? Non conosciamo gli effetti a lungo termine di una molteplice varietà di farmaci, bevande e alimenti perché non ci sono studi in merito. Eppure li assumete spesso senza farvi paranoie.
Io oggi mi sono vaccinata alla 32esima settimana di gestazione. Si, con una pancia grande come un cocomero e un piccolo essere umano che scalcia dentro di me.
È per lui che l’ho fatto, sai quanto me ne importa del Green Pass dopo l’anno che ho passato?
È stato un gesto di responsabilità genitoriale e amore. Per proteggerlo, ma anche per proteggermi e per proteggervi. Da chi? Da quello stesso virus che mi ha costretto in casa ammalata per quaranta giorni tra novembre e dicembre scorso e che mi ha lasciato, oltre che una delle esperienze più brutte della mia vita, anche un versamento pericardico, probabilmente permanente.
Da quello stesso virus che ho cercato di contrastare da infermiera, per quasi trecento giorni, sotto una tuta idrorepellente, tre paia di quanti e una maschera filtrante, per ore, giorno e notte.
Anche io ho avuto paura. Ma non del vaccino. Ho avuto paura quando sono entrata nelle stanze di degenza Covid e ho visto le condizioni fisiche delle persone assistite precipitare in otto giorni.
Ho avuto paura tutte le volte che ho assistito ad un’intubazione, tutte le volte in cui abbiamo dovuto dire a padri e madri di famiglia, a nonni, a figli, a coetanei giovanissimi che le condizioni respiratorie stavano peggiorando e che si poteva fare ben poco.
Ho avuto paura ogni volta che ho punto un’arteria e ne ho analizzato il sangue senza vedere miglioramenti, ogni volta che ho maneggiato macchinari che tenevano in vita, ogni volta che ho preso consapevolezza che non ci fosse più nulla da fare.
Ho avuto paura al mio primo tampone positivo, a quello di mio marito. Ho avuto paura quando si sono ammalati i miei familiari. Ho avuto paura perché sapevo, perché so chi è il SARS-CoV-2 , l’ho toccato e l’ho avuto dentro di me. Mi ha tolto il gusto, l’olfatto, le energie. E sono stata comunque molto fortunata. Potrei stare qui a raccontare le storie di decine di persone che hanno perso questa battaglia. Ma mi limito a dirvi la mia.
Ho avuto paura, ma oggi ho anche tanta speranza in un vaccino in cui abbiamo riposto fiducia e che è arrivato in tempi record.
Onoriamo il lavoro che è stato fatto dietro. Onoriamo quello che si continua a fare. Le terapie intensive si stanno riempiendo di nuovo. Riponete fiducia nella scienza.
Abbandonate le teorie complottiste, che in questa lotta siamo tutti dalla stessa parte. Mi sono vaccinata per proteggere me stessa e mio figlio dal virus. Vorrei non doverlo fare da voi che lo rifiutate.
Martina Vincenti
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