Rilanciamo parte di un articolo del nuovo Corriere Salute. Il testo integrale è sul numero in edicola oggi.
Di fronte a un coltello per il pesce esitano. Se scrivono con una penna stilografica, si macchiano fino al gomito di inchiostro. Ci mettono un po’ a capire da che parte agganciare un apriscatole perché funzioni. Per i mancini la vita quotidiana non è semplice. Fino a non molto tempo fa, quando hanno cominciato a diffondersi gli oggetti pensati per essere usati con la sinistra, anche tagliare una stoffa con un paio di forbici poteva diventare un calvario.
Essere mancini, però, non è solo una stranezza (usa prevalentemente la sinistra appena una persona su dieci), ma una caratteristica che si associa ad altre peculiarità. Una ricerca recente, pubblicata sul British Medical Journal, indica per esempio che i geni connessi al mancinismo sarebbero correlati a una riduzione del rischio di Parkinson. Ipotesi tutte da verificare, sebbene lo studio abbia coinvolto 400mila persone di cui 38mila mancini. Per di più la stessa indagine ha puntualizzato, al contrario, una predisposizione alla schizofrenia non proprio tranquillizzante.
I vantaggi – D’altro canto i mancini sembrano avere qualche vantaggio. Pare assodata, per esempio, una maggior capacità di recupero da ictus e traumi cerebrali, così come una spiccata creatività. «Artisti, scienziati, inventori, imprenditori prediligono più spesso la sinistra di quanto non facciano persone con professioni che richiedono meno fantasia e idee – spiega Antonio Preti, docente di psichiatria del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Torino e autore di numerosi studi sul mancinismo -. L’ipotesi è che dipenda dall’organizzazione del cervello mancino, che potrebbe regalare un accesso privilegiato ad aree cerebrali di elaborazione non convenzionale». Negli anni Ottanta, per esempio, si è scoperto che il corpo calloso, “l’autostrada” di fibre nervose che collega i due emisferi, è più ampio nei mancini e questo, oltre a rendere più creativi, pare possa regalare connessioni più veloci fra gli emisferi e quindi una memoria e un’oratoria migliori, con un vocabolario più ampio e sofisticato, e un’elaborazione dei pensieri più rapida.
Maggiori connessioni cerebrali – I mancini insomma grazie a interconnessioni più numerose userebbero il cervello in maniera più globale, con meno suddivisioni funzionali fra i due emisferi, e questo li aiuterebbe sia in caso di problemi come l’ictus, per un recupero più rapido, sia nell’attività cognitiva. In più, secondo alcune teorie, anche la diversa esperienza della vita quotidiana in un mondo disegnato per i destri potrebbe portarli ad aguzzare l’ingegno e affinare capacità di adattamento che poi si traducono in maggior creatività e intelligenza. Alcuni studi hanno infatti registrato una proporzione di mancini più alta fra i bambini con un quoziente intellettivo superiore a 131 (la media è attorno a 100) e una ricerca del National Bureau of Economic Research statunitense ha indicato che chi privilegia la mano sinistra ha una busta paga dal 4 al 15 per cento più ricca dei destrimani.
Redazione Nurse Times
Fonte: Corriere della Sera
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