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Malattie cerebrovascolari: dal ministero della Salute una guida alla prevenzione

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Ictus, la prevenzione passa da un corretto stile di vita
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Con uno stile di vita sano e un intervento tempestivo in caso di sintomi si possono prevenire, o quantomeno limitare, gli effetti di queste patologie.

Con 55.434 decessi nel solo 2018 le malattie cerebrovascolari sono la seconda causa di morte in Italia, mentre l’ictus è la principale causa di disabilità e la seconda di demenza nell’adulto. Con uno stile di vita sano e intervenendo tempestivamente in caso di sintomi è però possibile prevenire, o quantomeno limitare, gli effetti di queste patologie.

A ricordarlo è il ministero della Salute, che ha diffuso un documento rivolto a tutti i cittadini, con linee guida per proteggersi. Tra le raccomandazioni sulla prevenzione contenute nel documento, elaborato dal Gruppo di lavoro sulle malattie cerebrovascolari dell’Alleanza italiana per le malattie cardio-cerebrovascolari: non fumare, praticare regolarmente attività fisica, evitare il consumo di alcol, seguire una corretta alimentazione, non superare le tre tazzine di caffè al giorno.

Le malattie cerebrovascolari sono “tempo-dipendenti”. Ciò significa che più in fretta si interviene, più diminuiscono di rischi di esiti gravi o fatali. Tali malattie hanno spesso un’insorgenza improvvisa, ma possono anche manifestarsi con una sintomatologia sfumata e lentamente ingravescente nel tempo. Ampio spazio, ad esempio, va dato all’identificazione precoce e all’adeguata gestione di fattori come ipertensione arteriosa, dislipidemie, diabete, fibrillazione atriale, cardiopatie, vasculopatie.

In caso di sintomi è indispensabile chiamare subito il 112/118. Questi i suggerimenti del ministero: “Non aspettare di vedere se i sintomi migliorano spontaneamente; non chiamare e non recarsi dal medico di medicina generale o dalla guardia medica; non recarsi in pronto soccorso con mezzi propri, anche per evitare di presentarsi in un ospedale dove non sia disponibile almeno il trattamento trombolitico per via endovenosa”.

Redazione Nurse Times

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