Home Massimo Randolfi Malattia di Chron, studio su ustekinumab
Massimo Randolfi

Malattia di Chron, studio su ustekinumab

Condividi
Malattia di Chron, studio su ustekinumab
Condividi

Il trattamento con ustekinumab in pazienti con malattia di Crohn mantiene la remissione a 5 anni nei pazienti con forma da moderata a grave. A spiegarlo è un recentissimo studio presentato da Janssen, l’azienda farmaceutica del gruppo Johnson & Johnson.

“La malattia di Crohn è tra le forme più debilitanti di malattia infiammatoria cronica intestinale e impatta pesantemente la qualità di vita di milioni di pazienti in tutto il mondo”, ha detto il ricercatore principale dello studio William J. Sandborn.

I risultati dello studio IM-UNITI hanno dimostrato che i pazienti hanno mantenuto la risposta al trattamento con ustekinumab per cinque anni. In particolare, dopo cinque anni, più del 90% dei pazienti in terapia continua con ustekinumab ogni 12 o ogni 8 settimane ha ottenuto una remissione clinica libera da steroidi” ha continuato.

I risultati principali dello studio hanno dimostrato che più della metà dei pazienti con malattia di Crohn attiva da moderata a grave, randomizzati a ricevere ustekinumab sottocute ogni 8 settimane e che hanno continuato a ricevere questo dosaggio nello studio a lungo termine, ha mantenuto la risposta clinicab (57%) e la remissione (55%) dopo cinque anni di trattamento. Tra questi pazienti in remissione clinica, il 93% non era in trattamento con steroidi.

Anche i pazienti randomizzati a ricevere ustekinumab sottocute ogni 12 settimane, e che hanno continuato a ricevere questo dosaggio nello studio a lungo termine, hanno mantenuto la risposta clinica (54%) e la remissione (45%) dopo cinque anni di trattamento. Tra questi pazienti in remissione clinica, il 90% non era in trattamento con steroidi.

Dallo studio non sono emerse nuove informazioni sulla sicurezza e gli eventi avversi sono stati in linea con gli studi precedenti su ustekinumab e con l’attuale riassunto delle caratteristiche del prodotto. Gli eventi avversi più comuni (>5%), riscontrati nei periodi di controllo degli studi clinici con ustekinumab, sono stati rinofaringite e cefalea. Per la maggior parte sono stati considerati lievi e non hanno richiesto l’interruzione del trattamento.

In cinque anni, i tassi (per cento anni-paziente) per eventi avversi, eventi avversi gravi e infezioni gravi erano simili tra i gruppi ustekinumab ogni 12 settimane e ogni 8 settimane ed erano generalmente comparabili con i tassi del gruppo placebo. La presenza di anticorpi contro ustekinumab fino alla settimana 272 è rimasta bassa e si è verificata nel 6% dei pazienti assegnati a ricevere ustekinumab 90mg sottocute ogni 12 o ogni 8 settimane nello studio di mantenimento e nello studio a lungo termine.

Fonte: salutedomani.com

Condividi

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli Correlati
Irccs De Bellis di Castellana Grotte (Bari): avviso pubblico per 18 posti da oss
Massimo RandolfiO.S.S.

Irccs De Bellis di Castellana Grotte (Bari): avviso pubblico per 18 posti da oss

L’Irccs De Bellis di Castellana Grotte (Bari) ha indetto un avviso pubblico,...

Per il Magnifico Rettore dell’Università di Trento gli infermieri sono ‘paramedici': la replica dell'OPI
Massimo Randolfi

Per il Magnifico Rettore dell’Università di Trento gli infermieri sono ‘paramedici’: la replica dell’OPI

Replica al Magnifico Rettore dell’Università di Trento: Gli infermieri sono professionisti sanitari, il paramedico...

Professioni sanitarie, via libera della Camera a un'indagine conoscitiva sulle loro problematiche
Massimo Randolfi

Professioni sanitarie, via libera della Camera a un’indagine conoscitiva sulle loro problematiche

“È arrivato il momento di affrontare con massima attenzione e consapevolezza tutti...