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Macerata, infermiere licenziato per “giusta causa”: svolgeva lavoro autonomo non autorizzato

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Macerata, infermiere licenziato per “giusta causa”: svolgeva lavoro autonomo non autorizzato
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Si tratta del terzo caso dall’inizio dell’anno. La linea dura è strettamente legata all’attività del Servizio ispettivo interno.

Un altro dipendente dell’Area Vasta 3 Macerata è stato licenziato, senza preavviso, per “giusta causa”. Si tratta di un infermiere. Da oggi è senza lavoro, visto che il provvedimento scattava il giorno successivo alla pubblicazione, avvenuta ieri. La decisione è stata assunta dal direttore, Alessandro Maccioni, sulla base del documento istruttorio dell’Ufficio procedimenti disciplinari, che ha segnalato comportamenti in violazione del contratto di lavoro. Nello specifico, lo svolgimento di attività lavorativa autonoma non autorizzata. In precedenza l’infermiere era già stato sospeso per alcuni mesi perché non rispettava l’orario di lavoro. Una sorta di avvertimento, insomma, che però non sembra averlo scoraggiato dal mantenere comportamenti ritenuti illeciti dalla dirigenza.

Dall’inizio dell’anno, questo è il terzo licenziamento deciso dall’Area Vasta 3.A gennaio il primo, che aveva suscitato grande clamore non solo perché riguardava un dipendente pubblico, ma anche perché si trattava di un sindacalista. Poi, a seguire, il secondo, riferito a un tecnico di Camerino, sulla cui condotta aveva indagato la Guardia di Finanza. Una volta conclusa l’indagine era stato denunciato per truffa, peculato e interruzione di pubblico servizio. Ora è scattato il terzo.

Maccioni tiene la bocca serrata, considerata delicatezza della questione, ma anche il fatto che questi provvedimenti possono essere impugnati dagli interessati. È chiaro, però, che la linea di rigore portata avanti da qualche mese a questa parte è coerente con la comunicazione che circa un anno fa lo stesso direttore aveva inviato a tutti i dipendenti Asur e strettamente legata all’attività del Servizio ispettivo interno (composto da cinque membri), attivo dal 2014. Questo, previsto dalla legge, ogni anno estrae a sorte il 5% dei dipendenti dell’Area Vasta 3 da controllare, e su di essi svolge accertamenti a 360 gradi (patrimoniali, di reddito, ma anche attraverso internet e Facebook).

Lo stesso Servizio ispettivo, poi, riceve eventuali segnalazioni da parte del direttore dell’Area Vasta, su cui poi svolge attività d’indagine. Tant’è vero che, sebbene facciano meno clamore, dall’inizio dell’anno ci sono stati una decina di provvedimenti di sospensione dalla professione e/o dallo stipendio, alcuni di pochi giorni, altri di qualche mese. Il senso, insomma, è chiaro: le regole devono essere rispettate, a tutela di tutti i dipendenti e dei cittadini. Se qualcuno non fa il suo dovere, provoca un danno triplo: allo Stato, che lo paga per farlo; ai suoi colleghi, che invece il proprio dovere lo fanno, ma rischiano di essere accomunati ai pochi furbetti; ai cittadini, per i quali il servizio non è garantito come si dovrebbe.

Fonte: www.ilrestodelcarlino.it

 

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