In Toscana mancano 5mila infermieri, e quelli che ci sono devono far fronte a carichi di lavoro ormai insostenibili. Lo sa bene Nicola Lunetti, infermiere dell’Azienda ospedaliera pisana e segretario regionale di Nursing Up. Di seguito l’intervista realizzata da La Nazione.
Cos’è che non va nella vostra professione?
«Siamo allo stremo. La nostra categoria è costretta a fare gli orari aggiuntivi per coprire i turni mancanti. Le liste di attesa si allungano, gli interventi quali la cataratta sono tutti rinviati a gennaio. La Regione ci ha detto, infatti, che sono finiti i soldi del bilancio 2023, per cui non ci pagherà l’anticipo sul nostro contratto, scaduto da un anno. Quindi, in sintesi, lavoriamo tanto e non ci viene riconosciuto economicamente, la sanità non funziona e i familiari dei pazienti se la rifanno con noi, che rischiamo tutti i giorni di essere aggrediti».
Lei lavora in pronto soccorso. Ci sono stati episodi simili?
«Il rischio è sempre molto elevato. Le faccio un esempio: qualche giorno fa il pronto soccorso di Cisanello era pieno di pazienti in barella che non si riuscivano a ricoverare perché i letti in ospedale erano tutti occupati. I familiari che aspettavano fuori erano infuriati. Qualcuno, alla fine, può anche avere una reazione più grave e aggredirci».
Quanto guadagna un infermiere?
«Lo stipendio base netto va sui 1.400-1.500 euro e si alza con le varie indennità di turno festivo, di terapia intensiva e pronto soccorso, ma non è per tutti uguale. Sicuramente i nostri stipendi sono i più bassi d’Europa».
La carenza di organico è sotto gli occhi di tutti. Le liste di attesa sono lunghissime e le persone ricorrono alla sanità privata. Sono state fatte assunzioni di infermieri?
«Qualche giovane è arrivato, ma si tratta di infermieri appena laureati che non sono dipendenti dell’ospedale. Arrivano dalle agenzie interinali, ma senza fare né aver fatto un percorso di affiancamento. Sono assunti e “buttati dentro”, dove servono, allo sbaraglio».
Cosa chiedete alle istituzioni?
«Abbiamo mandato le nostre richieste al prefetto – e quindi per suo tramite al Governo – e al presidente della Regione Toscana, Giani. Per quanto riguarda la regione, sono otto le priorità per noi. Tra queste la revisione delle dotazioni organiche, le garanzie di sicurezza per chi lavoro nelle strutture sanitarie, l’indennità di esclusività aziendale il riconoscimento del lavoro usurante».
Redazione Nurse Times
Fonte: La Nazione
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