L’iniziativa è partita dal quotidiano online Il fatto quotidiano e ha già ricevuto l’appoggio di numerose società scientifiche.
Il fatto alimentare, quotidiano online che si occupa di sicurezza in ambito alimentare, ha chiesto al ministro della Salute, Giulia Grillo, di introdurre una sugar tax, ossia una tassa sulle bevande zuccherate. L’iniziativa, appoggiata da varie società scientifiche, mira a contrastare i tassi crescenti di obesità e i casi sempre più frequenti di diabete che si verificano in Italia.
Nell’appello si sottolinea come una tassa del 20% sullo zucchero aggiunto alle bibite possa generare un incasso di 235 milioni di euro, da investire in campagne di educazione alimentare e altri strumenti per favorire una dieta sana. La richiesta è ispirata al modello della Gran Bretagna, dove la tassa è stata introdotta nel 2016, inducendo molte aziende hanno modificato le proprie ricette, riducendo o sostituendo gli zuccheri e dimezzando così le entrate previste. Ma sono tanti i Paesi che hanno sposato questa politica. Nell’elenco figurano, oltre al Regno Unito, Francia, Irlanda, Belgio, Portogallo, Finlandia, Ungheria, Messico, Cile, senza dimenticare città come Filadelfia e Berkeley negli Stati Uniti.
Secondo gli ultimi dati, ricordati i diabetologi, la prevalenza di diabete tra gli adulti in Italia è pari al 6,3%, ma tra gli adulti obesi arriva al 15%. Ancora più preoccupanti, poi, i numeri relativi alla popolazione infantile: un bambino italiano su dieci sotto i dieci anni di età è obeso, mentre il 21% è in sovrappeso.
“Di fronte a questi numeri – afferma il presidente Sid, Francesco Purrello – non si può restare indifferenti e bisogna intervenire. La lettera al ministero della Salute per l’introduzione della sugar tax, alla quale anche la Sid ha dato la sua adesione, rappresenta un esempio concreto della volontà di voltare pagina, virando verso uno stile di vita più salutare. Ma è anche necessario promuovere iniziative che investano i vari campi della prevenzione, dall’alimentazione alla lotta alla sedentarietà. È importante, inoltre, porgere il messaggio della prevenzione con un linguaggio da modulare rispetto al target che si vuole raggiungere. E le persone più vulnerabili, oltre a bambini e adolescenti, sono quelle appartenenti alla fasce sociali più svantaggiate. Infatti sia la prevalenza dell’obesità che del diabete tipo 2 nel nostro Paese è più elevata al Sud e nelle classi sociali economicamente svantaggiate”.
Tornando al modello britannico, tassazione incrementale scatta al di sopra di un contenuto di 5 grammi di zucchero per 100 ml di bibita. “È una soluzione molto interessante – commenta ancora Purrello –, anche se va ribadito che l’acqua resta sempre la bevanda più salutare. Non sappiamo se questa petizione trasversale per l’introduzione della sugar tax in Italia andrà in porto e con quali modalità. Quel che è certo è che, come società scientifica, chiediamo fin da ora che gli eventuali proventi derivanti da questa tassazione siano reinvestiti in misure di prevenzione”.
Per tutte queste ragioni Il fatto alimentare invita medici, nutrizionisti, dietisti e operatori del settore sanitario, oltre che le società scientifiche, a sottoscrivere la lettera indirizzata al ministro Grillo. Tra le società scientifiche hanno già aderito figurano la Società italiana diabetologia (Sid), l’Associazione nazionale dietisti (Andid), la Società italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps), la European Childhood Obesity Group (Ecog) e Slow Medicine.
Redazione Nurse Times
Fonte: www.ansa.it
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