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L’Opi di Rovigo al fianco di Simone Bombonato.

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Il Presidente Marco Contro: Bombonato è l’esempio dell’indennità infermieristica

“Un collega in prima linea contro il Covid”

ROVIGO – “Una situazione assurda, inconcepibile e deprecabile”.

Con queste parole il Direttivo dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Rovigo commenta la situazione che si è venuta a creare nei giorni scorsi e che ha visto al centro dell’attenzione il coordinatore infermieristico di Terapia intensiva dell’Ospedale di Trecenta, insultato sui social dopo avere spiegato le giuste ragioni per cui si è sottoposto al vaccino contro il Covid.

“A Simone Bombonato va tutta la solidarietà del nostro Direttivo – afferma Marco Contro, presidente dell’OPI provinciale – e tutta la nostra vicinanza sia sotto l’aspetto professionale che umano. Non è tollerabile che una persona e un professionista che si è sempre distinto per competenza, preparazione e umanità, compiendo un percorso che lo ha portato a ricoprire un ruolo importante e di grande responsabilità, si ritrovi insultato e invitato a cambiare lavoro dopo avere spiegato i motivi a favore del vaccino.

Dall’inizio della pandemia la professione infermieristica si è ritrovata in prima linea a fronteggiare un’emergenza che non dava punti di riferimento e che non aveva precedenti. Ma lo ha fatto con fermezza, con professionalità, con umanità. Senza fermarsi un attimo. Simone ne è un esempio.

Simone è l’esempio di quella identità professionale che è alla base dell’essere infermieri.

Come tanti altri colleghi, ha vissuto in prima persona l’impatto sanitario del Covid e lo vive attualmente, sempre in prima linea. Proprio per questi motivi i suoi occhi e le sue parole possono testimoniare la triste realtà che stiamo vivendo. Una realtà che ha causato innumerevoli morti, che ha fatto mutare gli ospedali, che ha cambiato stili e abitudini di vita. Che ha trasformato completamente la società”.

“Mesi fa – conclude il presidente Contro – venivamo definiti eroi senza averlo mai chiesto. Anzi abbiamo sempre preso le distanze da tale definizione. Oggi assistiamo a un fenomeno che non può essere minimizzato, quello delle offese, degli insulti, addirittura di vigliacche minacce come accaduto con la collega di Roma, Claudia Alivernini.

Anche lei in prima linea come Simone Bombonato, anche lei testimone dell’importanza del vaccino.

A chi insulta, a chi offende, a chi si dichiara negazionista o no vax chiedo semplicemente: ma in che realtà vivete?

Essere infermieri significa anche rendere consapevoli i cittadini circa la tutela della salute.

Vaccinarsi oggi è imprescindibile per la salute propria, dei propri cari, dei propri assistiti, per tutti. Vaccinarsi significa pensare agli altri. Questo è ciò che ha fatto Simone con il proprio gesto e le proprie parole. Questo significa essere un vero infermiere, un autentico professionista e un cittadino consapevole e responsabile”.

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